La città di Wuhan torna alla ribalta, dopo la drammatica risonanza per lo sviluppo del Covid-19, ma questa volta per una grande innovazione nata dall’’Institute of Technological Sciences dell’Università locale: il progetto di un aereo alimentato da un motore al plasma che utilizzi solo energia elettrica e aria. La notizia è stata diffusa dal sito specializzato in tecnologia caixinglobal.com. Il team di scienziati cinesi ha sviluppato un prototipo che ne dimostra la fattibilità.
L’annuncio è arrivato martedì scorso, quando i ricercatori hanno dichiarato di aver sviluppato un prototipo di un dispositivo a getto di plasma in grado di sollevare una sfera d’acciaio da 1 kg (2,2 libbre) su un diametro di 24 mm (un pollice) tubo al quarzo. Questo motore comprime l’aria e la ionizza tramite microonde generando del plasma.
La spinta relativa necessaria per raggiungere i risultati ottenuti in laboratorio è equivalente a quella di un motore jet di un aereo commerciale. E poiché il dispositivo utilizza solo elettricità e aria, una versione ingrandita potrebbe rappresentare un’alternativa a zero emissioni ai motori a reazione oggi in uso in tutto il mondo. In rapporto alle sue dimensioni, il settore del trasporto aereo è infatti oggi quello che più contribuisce alle emissioni di gas serra con una quota pari al 2% del totale.
Nel progetto – specifica il sito – l’aria pressurizzata viene iniettata in una camera e sottoposta a temperature ultra elevate (oltre 1.000 gradi Celsius) e microonde per creare un plasma ionizzato, che viene quindi espulso creando propulsione. Partendo dal prototipo sperimentato con successo a Wuhan, i ricercatori ritengono che in teoria la macchina potrebbe essere scalata fino fornire energia sufficiente a far decollare e volare un aereo.
“In futuro sarebbe possibile costruire un propulsore a getto di plasma ad aria a microonde ad alte prestazioni, che porrebbe fine alle emissioni di carbonio e al riscaldamento globale causati dalla combustione di combustibili fossili“, ha affermato il professor Jau Tang dell’Università di Wuhan, principale coordinatore del progetto.