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Il climate change colpisce le banche e pesa per il 20% sulla mancata crescita

Un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Climate Change evidenzia come i danni dei cambiamenti climatici possano avere un effetto importante anche sulla stabilità del sistema finanziario. Per effetto dei cambiamenti climatici, i fallimenti delle banche diventeranno in futuro sempre più frequenti, mentre la finanza pubblica dovrà sostenere costi sempre più elevati per salvare le banche insolventi, con un’esplosione del debito pubblico.

Le crisi finanziarie hanno ripercussioni sull’economia, perché causano una riduzione della produzione e dei consumi, ma anche sulla finanza pubblica, per un aumento dei costi necessari alla ristrutturazione del sistema finanziario da parte dei governi. Il cambiamento climatico e gli eventi estremi ad esso associati, come alluvioni, frane, innalzamento del livello del mare e tempeste, possono per esempio aumentare le infrastrutture a rischio e ripercuotersi negativamente sulle compagnie assicurative, per effetto dell’innalzamento dei premi. Inoltre, temperature più elevate riducono la produttività dei lavoratori e la profittabilità delle imprese.

Lo studio pubblicato su Nature Climate Change contribuisce alla questione andando ad analizzare, con un modello, gli impatti del cambiamento climatico sulla stabilità del sistema finanziario, e valutando i costi che la finanza pubblica dovrebbe sostenere per difendersi da questa instabilità. L’approccio utilizzato nello studio prevede l’uso di un modello ad agenti eterogenei (agent-based), che permette di descrivere il sistema economico a livello di singoli attori (imprese, banche, decisori politici, ecc.), esposti ai danni dei cambiamenti climatici, che derivano endogenamente dalle emissioni dell’economia. Date le incertezze relative sia alle proiezioni future delle emission, che dei danni macroeconomici associati al cambiamento climatico, sono stati presi in esame diversi scenari di emissione e diverse ipotesi di impatto, per mostrare quanto i risultati fossero robusti per queste diverse assunzioni.

I risultati dello studio evidenziano come il cambiamento climatico potrebbe avere degli effetti anche su un settore apparentemente meno esposto come quello della finanza. Per effetto dei cambiamenti climatici, l’instabilità del sistema bancario potrebbe aumentare considerevolmente e questa instabilità, a sua volta, amplificherebbe gli impatti che i cambiamenti climatici hanno sulla crescita economica. Lo studio per la prima volta prova a quantificare tale effetto: i fallimenti delle banche in futuro sarebbero, a causa dei cambiamenti climatici, più frequenti (da +26% fino a +248%); salvare le banche insolventi comporterebbe un costo per i governi pari a circa il 5% – 15% del PIL all’anno, portando a un’esplosione del debito pubblico, che potrebbe arrivare a raddoppiare nel 2100.

L’articolo è frutto della collaborazione di un team internazionale di ricercatori che comprende autori di CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment (EIEE), Scuola Superiore Sant’Anna, Università Bocconi, Politecnico di Milano.

 

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