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Insolight , pannelli solari a “bolle” per maggiore efficienza di conversione FV

Grazie ai finanziamenti ottenuti, Insolight, la startup del Politecnico di Losanna che produce pannelli solari, è oggi in grado di debuttare sul mercato con un prodotto innovativo. Si tratta di nuovi pannelli dotati di bolle, che aumentano l’efficienza di conversione fino al 29%. Nelle ultime settimane, infatti, la società svizzera, è riuscita a raccogliere 5 milioni di franchi, vale a dire circa 4,6 milioni di euro, che si vanno a sommare ai 10 milioni di euro già concessi dall’Unione Europea a HIPERION (il consorzio di ricercatori e imprese che si sta occupando della realizzazione della catena di montaggio per la realizzazione di questi modelli).

Una prima risposta – riporta un comunicato di Isolight – viene fornita dall’alta efficienza di conversione. La tecnologia vanta una resa del 29 per cento, mentre gli attuali moduli fotovoltaici si aggirano intorno al 18-20 per cento.

Questo aumento notevole è dovuto ad un insieme di soluzioni adottate proprio per consentire la massima resa del prodotto.Una di queste è data proprio dalla scelta dello strato di rivestimento ottico, che conferisce alla struttura l’originale aspetto “a bolle“. Il vetro protettivo, inoltre, contiene diverse file di lenti esagonali che indirizzano i raggi solari su piccoli segmenti fotovoltaici, dell’ordine di pochi millimetri quadrati.

Tuttavia la vera innovazione risiede nel sistema di microtracciamento, brevettato proprio dalla startup. Questo infatti consente di catturare il 100% della luce incidente sul pannello, indipendentemente dall’angolo di incidenza.

In particolare, le lenti sono in grado di muoversi di pochi millimetri nell’arco della giornata, in modo da tracciare le differenti posizioni del sole rispetto al pannello, e in questo modo le celle sono sempre allineate.

Laurent Coulot, amministratore delegato di Insolight, ha affermato: “Il mercato agrivoltaico potrebbe essere relativamente nuovo, ma vale già circa 650 milioni di euro, con una capacità installata totale di 5 GWp“.

Nei test effettuati presso la Fondazione Tecnova, centro agricolo in Spagna, il sistema ha portato a un aumento della biomassa delle colture del 20%, creando un microclima favorevole, e inoltre proteggendo le piante da condizioni climatiche estreme e modulando la luce solare incidente.

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