Il governo tedesco di Angela Merkel e i länder regionali sono d’accordo su un piano per eliminare gradualmente le centrali energetiche a carbone entro il 2038, prevedendo lo stanziamento di circa 40 miliardi di euro per la riconversione industriale delle regioni che ospitano gli impianti e sussidi a minatori e dipendenti delle centrali che resteranno senza un lavoro. Ad annunciare il piano è stata la ministra dell’Ambiente Svenja Schulze in concerto con il ministro delle Finanze, Olaf Scholz.
La notizia arriva dopo uno stallo del provvedimento, annunciato già un anno fa, e un dialogo con le regioni direttamente interessate, come Sassonia-Anhalt, Sassonia, Brandeburgo e Renania settentrionale-Vestfalia. Le resistenze erano state soprattutto a est, dove i länder dipendono moltissimo dalla lignite, un carbone fossile.
Le prime chiusure delle centrali a carbone – e relativi combustibili fossili molto inquinanti – sono programmate già entro la fine del 2020. E contemporaneamente toccherà al nucleare. Nel 2022 verrà infatti completato il piano di chiusura delle centrali atomiche, stabilito dopo la tragedia di Fukushima nel marzo 2011
L’obiettivo tedesco è quello di generare almeno il 65 per cento della sua elettricità da fonti energetiche rinnovabili, ovvero da fonti a emissioni zero, entro il 2030. Al momento eolico, solare e biomasse sono sulla buona strada per raggiungere questo obiettivo. Il piano green, adesso sarà convertito in un disegno di legge e dovrebbe essere approvato entro metà anno.