L’attuazione del lockdown per fronteggiare l’epidemia di Covid-19 ha determinato un calo repentino dei consumi elettrici. Anche una forte contrazione della domanda può comportare dei problemi per la tenuta del sistema elettrico. Che ha dimostrato di reggere affidandosi alle sue risorse di flessibilità e resilienza. Il tema è stato affrontato in un nuovo approfondimento di RES Magazine. La testata di riferimento per il settore elettrico ha coinvolto nel dibattito esperti di Terna, del Cnr Itae (Istituto di tecnologie avanzate per l’energia), e di RSE (Ricerca Sistema Energetico).
Francesco Sergi, ricercatore del Cnr Itae, si è soffermato sulla riduzione della domanda su scala nazionale e su come la rete elettrica può essere destabilizzata: “Ci sono due ragioni, in particolare. La prima è legata alle difficoltà previsionali sull’andamento dei consumi. Il sistema elettrico si basa sulla previsione della curva di carico, cioè dell’andamento della richiesta giorno per giorno, ora per ora. In base a questa previsione si attiva l’offerta dando precedenza alle fonti rinnovabili che, a differenza delle fossili, non comportano costi di alimentazione”.
La seconda concausa è da ricercare all’interno dell’offerta di elettricità: il ruolo delle fonti rinnovabili è cresciuto all’improvviso. La quota di produzione coperta dalle rinnovabili è arrivata al 44,8% contro il 38,4% del 2019. “Il sistema energetico è una macchina complessa che ha bisogno di tempi di riorganizzazione che non si misurano in giorni o settimane” ha aggiunto Sergi.
Per ciò che concerne la flessibilità della rete Luigi Mazzocchi di RSE ha sottolineato: “Certe giornate in aprile assomigliavano a come dovrebbe essere il sistema nel 2028, stando alle indicazioni del Pniec, il Piano energia e clima. Il sistema regge attingendo alle sue risorse di flessibilità. E se, da un lato, il calo della domanda ha determinato una riduzione del costo dell’energia, dall’altro c’è stato qualche extra-costo determinato dai servizi di regolazione”.
Anche per fronteggiare l’emergenza coronavirus, il nuovo piano industriale di Terna ha stimato in 1,5 miliardi l’anno gli investimenti finalizzati ad accompagnare la transizione energetica per rendere il sistema elettrico sicuro ed efficiente. “Grazie a un’attenta gestione, il sistema è in grado di governare una situazione di basso carico”, ha evidenziato Giacomo Donnini, responsabile Strategie, sviluppo e dispacciamento di Terna.
Tra gli interventi ritenuti indispensabili, Donnini indica il collegamento HVDC Tyrrhenian Link tra Continente-Sicilia-Sardegna (“per il quale siamo già all’ingegnerizzazione di dettaglio”), il completo rifacimento del collegamento Sardegna-Corsica-Italia (SA.CO.I.3) e il collegamento HVDC per il rinforzo della dorsale adriatica.
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