Immagazzinare energia rinnovabile e di lunga durata per una produzione più sostenibile e meno dispendiosa, con l’obiettivo di decarbonizzare l’industria energetica, riservando alle nuove generazioni un futuro più etico e limpido. Questo è l’ambizioso impegno di Energy Dome – startup varesina fondata nel 2019 da un gruppo di ingegneri e innovatori – da raggiungere attraverso tecnologie di ultima generazione, capaci di ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera.
Oggi la società guidata dal Ceo Claudio Spadacini registra un significativo passo in avanti nel suddetto percorso: ha infatti da poco presentato un’innovativa “batteria alla CO2“, soluzione all’avanguardia che potrebbe conservare l’energia a meno della metà del costo delle grandi batterie a ioni di litio. D’altra parte l’anidride carbonica – ha spiegato Energy Dome – costituisce il fluido perfetto per immagazzinare elettricità a costi contenuti.
ll sistema implementato da Energy Dome, più nel dettaglio, accumula l’energia nei momenti di eccesso, rilasciandola quando la richiesta di produzione si intensifica di più. A differenza di un sistema termochimico, come quello delle batterie al litio, utilizza macchine in grado di comprimere la CO2 fino a 65 atmosfere al fine di trasformarla in stato liquido e far sì che l’energia spesa sia conservata in maniera efficiente. La CO2, infine, viene ri-gassificata, ri-espansa in una turbina per restituire la corrente assorbita dalla rete alla rete stessa e reimmessa in un serbatoio.
Il primo sistema di questo genere sorgerà in Sardegna con una taglia di 2,5MWe e 4MWh, ma sarà progettato per consentire future espansioni di capacità. “Questo progetto dimostrativo – comunica la società – è pensato per essere gestito commercialmente e generare entrate operando sui mercati dell’energia e dei servizi ausiliari”.