Una gara da 360 milioni di euro per la realizzazione di nuove stazioni elettriche sull’intero territorio nazionale, da integrare con gli impianti di produzione di energia rinnovabile e che rispondano a precisi requisiti di sostenibilità, certificazione ambientale, utilizzo di materiale riciclato e sicurezza dei lavoratori. Ad aggiudicarla a 22 imprese, tutte italiane (6 del Nord, 10 del Centro, 6 del Sud), è stata Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale.
Le attività – riporta un comunicato della società – riguarderanno la progettazione e la realizzazione «chiavi in mano» di stazioni elettriche da installare nell’arco dei prossimi 5 anni nei punti nevralgici della rete di trasmissione nazionale (sia per nuovi collegamenti sia in sostituzione di impianti preesistenti) in prevalenza nel Centro-Sud Italia. Le strutture, infatti, saranno funzionali all’integrazione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, in particolare parchi eolici e fotovoltaici, e contribuiranno a migliorare l’efficienza, la sostenibilità e la resilienza della rete elettrica nazionale anche in ottica di decarbonizzazione del sistema energetico italiano.
La gara si inquadra nell’ambito dell’esecuzione delle attività previste dal Piano Industriale 2021-2025 di Terna e punta ad abilitare, anche in questo periodo di emergenza Covid-19, un’efficiente e sicura ripartenza produttiva delle piccole e medie imprese del settore, a sostegno della ripresa economica di tutta la filiera industriale coinvolta e quindi del Paese. Terna gestisce attualmente oltre 74.000 km di rete elettrica in alta e altissima tensione, 888 stazioni e 736 trasformatori attraverso 4 centri di controllo sul territorio italiano. Nel complesso, Terna si avvale di circa 2 mila i fornitori, per la stragrande maggioranza italiani (97%), utilizzati ogni anno in centinaia di siti di cantiere: si tratta di imprese per lo più di piccole e medie dimensioni, attive nei settori costruzioni ed elettromeccanica, ma anche Ict e servizi innovativi.