A gennaio i consumi di energia elettrica italiani hanno confermato i segnali di recupero già registrati nei mesi precedenti. Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione, ha rilevato una richiesta di energia elettrica pari a 27,1 miliardi di kWh: un valore che – destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura – risulta in miglioramento congiunturale dello +0,8% rispetto a dicembre 2020.
Le fonti rinnovabili hanno coperto circa il 34% della domanda (rispetto al 30% del gennaio 2020). Segnali più che confortanti anche dall’indice IMCEI: il campione dei consumi industriali monitorato da Terna mostra una crescita sia tendenziale (+3,1% rispetto a gennaio 2020) sia, per il quarto mese consecutivo, congiunturale (+0,7% rispetto a dicembre 2020).
A livello tendenziale, la domanda elettrica in Italia risulta invece inferiore dell’1% rispetto a quella di gennaio 2020. Va però considerato che quest’anno gennaio ha avuto due giorni lavorativi in meno e una temperatura media mensile inferiore di 0,7°C rispetto al gennaio 2020: il valore rettificato porta a una variazione positiva dello 0,2%.
Nel mese di gennaio 2021 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’87,6% con produzione nazionale e per la quota restante (12,4%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero (+1,1% rispetto a gennaio 2020). In dettaglio, la produzione nazionale netta è stata pari a 23,9 miliardi di kWh. In forte crescita la produzione eolica (+58%), positiva anche quella idrica (+7,7%); in flessione le produzioni da fonte geotermica (-4,9%), termoelettrico (-6,9%) e fotovoltaica (-24,7%).
A livello territoriale, la variazione di gennaio 2021 è risultata differenziata sul territorio nazionale: negativa al Nord (-2,2%) e al Centro (-0,5%), positiva al Sud e Isole (+1,4%). L’indice IMCEI elaborato da Terna – che prende in esame e monitora in maniera diretta i consumi industriali di circa 530 clienti cosiddetti energivori connessi alla rete di trasmissione elettrica nazionale (grandi industrie dei settori ‘cemento, calce e gesso’, ‘siderurgia’, ‘chimica’, ‘meccanica’, ‘mezzi di trasporto’, ‘alimentari’, ‘cartaria’, ‘ceramica e vetraria’, ‘metalli non ferrosi’) – ha fatto registrare un variazione tendenziale del +3,1% rispetto a gennaio 2020.
Performance positive per i comparti della siderurgia (+9,3%) e dei materiali da costruzione (+6,4%), deboli quelli della chimica (-2,8%) e della meccanica (-4,6%). Analizzando separatamente i cosiddetti “Clienti Puri” (quelli che esclusivamente prelevano dalla rete) e gli “Autoproduttori“, la variazione tendenziale mostra un aumento rispettivamente del +2,8% e del +4,3%.