“Il 37% delle risorse assegnate all’Italia deve andare al green“. Lo ha dichiarato giovedì il ministro dell’Ambiente Sergio Costa in audizione alla commissione del suo dicastero presso la Camera.
Quella illustrata nel corso dell’audizione è solo una griglia che rispetta i caratteri delle Recovery and Resilience Facility, e traccia alcuni vincoli come quelli della transizione green che prevede che il 37% delle risorse siano destinate a progetti che rispettino le scelte fatte dalla Commissione e dal Consiglio europeo per il contrasto al climate change.
La transizione ecologica e digitale è uno dei pilastri dell’European Green Deal che ha tra gli obiettivi più ambiziosi quelli della riduzione delle emissioni attraverso l’efficienza energetica. “L’Italia ha compiuto progressi nella riduzione delle emissioni di CO2 e nell’incremento della quota di fonti rinnovabili, – ha dichiarato Costa in audizione – “tuttavia sono necessari ulteriori investimenti e riforme per raggiungere gli obiettivi fissati dal Green Deal”.
Essenziale il coinvolgimento delle imprese, e Costa ha spiegato che saranno incentivate tutte quelle virtuose e “che faranno investimenti sostenibili e avvieranno una transizione verde”.
“L’Italia – ha spiegato inoltre Costa – riceverà circa 208 miliardi di euro dal Recovery Fund, la quota maggiore tra i paesi membri e risulta il primo beneficiario delle risorse previste a carico dell’intero fondo Next generation EU con una quota pari al 28% del totale. Avremo a disposizione circa 81 miliardi a titolo di sussidi, cui si aggiungono 127 miliardi di euro di prestiti, presentando alla Commissione e al Consiglio un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) che consenta di definire un progetto di riforme e investimenti per il periodo 2021-2023”.