È caduta sul fisico Roberto Cingolani la scelta del presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi per riempire la casella del neonato Ministero della Transizione ecologica (richiesto dal Movimento 5 Stelle).
Nel curriculum di Cingolani spicca la direzione, dal 2005 al 2018, dell‘Istituto italiano di Tecnologia, che sotto la sua guida ha saputo imporsi come centro di eccellenza internazionale su temi di frontiera, come la robotica e l’Intelligenza artificiale.
Nato a Milano sessant’anni fa, Cingolani si è laureato in fisica all’Università di Bari, dove ha conseguito anche il dottorato, per poi specializzarsi alla Normale di Pisa. E’ stato ricercatore al Max Planck Institut di Stoccarda, in Germania, visiting professor all’Institute of Industrial Sciences della Tokyo University e alla Virginia Commonwealth University, negli Stati Uniti. Nel 2000 è diventato professore ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Lecce. E un anno dopo nella città pugliese ha fondato e diretto il National Nanotechnology Laboratory dell’Isituto Nazionale di Fisica della Materia.
Nel 2003 viene scelto dall’allora ministro delle Finanze Giulio Tremonti e dal suo consigliere Vittorio Grilli come direttore scientifico del neonato Iit di Genova. Una struttura unica nel suo genere in Italia, anche perché può contare su un finanziamento da 100 milioni di euro l’anno e su un profilo giuridico particolare: un istituto pubblico governato come una fondazione privata.
Finito il suo mandato all’Iit, dal 1º settembre 2019 Cingolani è responsabile dell’innovazione tecnologica di Leonardo. Un incarico durato poco più di un anno, vista la convocazione nella squadra di Draghi. Ora il fisico-manager dovrà gestire la transizione ecologia dell’Italia. E i 70 miliardi (sui 209 totali) che, secondo la Commissione Ue, il nostro Paese dove investire per rivoluzionare trasporti ed energia. Con l’obiettivo di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050.