A fine novembre 2019, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che dichiara l‘emergenza climatica e ambientale in Europa e nel mondo. In un’altra risoluzione, l’Eurocamera ha esortato l’UE a presentare alla COP25 (la conferenza sul cambiamento climatico organizzata dall’ONU) una strategia per raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050. Temi e iniziative conosciute ai nostri lettori.
Per aprire un momento di riflessione e approfondimento su queste tematiche, Kyoto Club ha organizzato nei giorni scorsi a Roma, presso “Spazio Europa”, un convegno per riflettere su quali debbano essere le priorità ambientali per l’Italia e l’Europa al 2030, con uno sguardo più lungo al 2050. L’evento ha rappresentato anche l’occasione per celebrare l’Anniversario della firma dell’Accordo di Parigi. Il momento – riporta il comunicato dell’organizzazione non profit – è considerato particolarmente delicato, anche perché a breve sarà finalizzata la versione finale del Piano energia e clima (Pniec) da parte del Governo italiano.
“Il Green New Deal presentato da Ursula von der Leyen rappresenta il primo atto politico della nuova Commissione e indica la chiara volontà di dare centralità alla questione climatica. – ha dichiarato il Direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini – Il documento contiene diverse suggestioni interessanti, fra cui l’impegno ad alzare il target 2030 al 50-55% (ma l’auspicio è che si passi al 60%) e a tracciare il percorso per un’Europa “carbon neutral” al 2050. Se a queste enunciazioni seguiranno impegni concreti, ad esempio sul versante degli investimenti e della fiscalità ambientale, dei modelli di consumo e di produzione, l’Europa tornerà al ruolo di guida mondiale della lotta climatica che si era un poco offuscato. Alcuni paesi, del resto, stanno rispondendo adeguatamente all’emergenza in atto. La Danimarca la settimana scorsa, ad esempio, ha deciso di ridurre del 70% le emissioni al 2030. Stonano invece, nell’attuale delicata fase, posizioni come quella italiana che prevede un taglio delle emissioni limitato al 37%. Dobbiamo e possiamo essere più coraggiosi. E nei prossimi mesi andranno varati alcuni provvedimenti essenziali per accelerare gli interventi di riduzione delle emissioni”.
“La direzione verso la quale si muovono molti Governi è giusta ma è ingenuo pensare che i loro sforzi possano oggi rallentare in modo sostanziale il riscaldamento climatico. – ha aggiunto il Vicepresidente di Kyoto Club, Gianluigi Angelantoni – Non riuscire a ridurre drasticamente le emissioni causerà un disastro ambientale e anche economico. Per questo anche le Imprese devono mobilitarsi con nuovi investimenti nelle Rinnovabili, nell’ Efficientamento Energetico e nell’ Economia Circolare. Ne va del nostro stesso futuro come operatori economici, non solo come cittadini!”.