L’ISTAT ha pubblicato il “Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile”, un’analisi approfondita della situazione italiana in vari ambiti che contribuiscono al benessere della popolazione: la salute, il lavoro, la sicurezza, l’istruzione, l’economia, la politica, ecc. Tra i tanti fattori ci sono in particolare i parametri ambientali e il rapporto degli italiani col patrimonio naturale.
Lo studio, tra le cose positive, indica che sono diminuite le quantità di gas serra immesse nell’atmosfera dalle attività economiche e dalle famiglie. Il dato preciso è 6,6 tonnellate di CO2 per ogni abitante. Le rilevazioni sono relative al 2020, l’anno caratterizzato dai lock down, ma la diminuzione è una tendenza che era già in atto prima dell’emergenza COVID: nel 2008 infatti le emissioni di gas serra erano maggiori di un terzo. Un altro passaggio interessante, relativo al paesaggio e all’economia legata all’ambiente, è la crescita degli agriturismi. Anche qui la pandemia ha giocato sicuramente un ruolo, deviando molti turisti verso luoghi poco affollati e più vicini alle nostre città. Secondo l’ISTAT il numero di aziende italiane in questo settore è aumentato del 2%, superando le 25 mila.
il rapporto propone anche un focus sulle preoccupazioni degli italiani legate all’inquinamento, al clima, e all’ambiente in generale. In cima alla lista c’è il cambiamento climatico, a cui ha dichiarato di pensare con timore il 52% delle persone. Al secondo posto c’è l’inquinamento dell’aria, una costante nei pensieri degli italiani da vent’anni. Al terzo la produzione e la raccolta dei rifiuti, che affligge il 45% del campione. Poi vengono l’inquinamento di mari e fiumi con il 40%; e l’effetto serra con il 35%.
Tra i fattori ambientali meno preoccupanti, gli italiani mettono l’inquinamento acustico e quello elettromagnetico, citati da una persona su dieci.