L’Italia ha violato la direttiva europea sull’inquinamento atmosferico, poiché i valori limite per le particelle Pm10 sono stati superati in maniera “sistematica e continuata” tra il 2008 e il 2017. Lo ha stabilito oggi la Corte di Giustizia dell’Ue, in una causa che vede la Commissione Europea contrapposta al nostro Paese. Il procedimento per inadempimento è stato avviato nel 2014 dalla Commissione nei confronti dell’Italia in ragione del superamento sistematico e continuato, in diverse zone del territorio italiano, dei suddetti valori stabiliti dalla direttiva sulla qualità dell’aria.
L’Italia inoltre, secondo la Commissione, non ha adottato misure atte a garantire il rispetto dei valori. Ritenendo insufficienti i chiarimenti forniti dall’Italia nel corso della fase pre-contenziosa del procedimento, la Commissione, il 13 ottobre 2018, ha fatto ricorso alla Corte. Nella sentenza pronunciata oggi, la Corte, riunita in Grande Sezione su domanda dell’Italia, ha accolto il ricorso.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha dichiarato all’agenzia Adnkronos: “La sentenza della Corte di Giustizia non ci coglie di sorpresa, visti i dati su cui è basata e che sono incontrovertibili alla prova dei fatti. Dati che, benché si fermino al 2017, indicano un problema che purtroppo non è ancora risolto. Fin dal mio insediamento, nel 2018, ho messo in campo tutti gli strumenti possibili, in accordo con le Regioni, per affrontare il tema della qualità dell’aria. Sottolineo infatti – continua Costa – che ogni anno sono almeno 80mila le vittime dovute a questa problematica che investe soprattutto il Bacino Padano, ma non soltanto. Credo che questa pronuncia debba essere uno stimolo per tutto il Governo a far di più e meglio rispetto a quanto già abbiamo messo in campo, considerando che la stessa Corte nella sentenza riconosce la bontà delle azioni intraprese dal 2018, per garantire nel più breve tempo possibile un ambiente più salubre a tutti i cittadini. Stiamo agendo a tutti i livelli, sempre insieme alle Regioni, che sono gli attori protagonisti del cambiamento. E non solo perché lo impone l’Europa, ma perché la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini è la nostra priorità“.