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Hub nazionale per l’eolico offshore: i porti di Taranto e Brindisi presentano la candidatura

I porti di Taranto e Brindisi hanno presentato al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica la candidatura congiunta con la quale si propongono come hub per lo “sviluppo della cantieristica navale al fine di realizzare la filiera dell’eolico offshore nel nostro Paese”. La candidatura, formalizzata al Mise dalle Autorità portuali del Mar Ionio per Taranto e del Mar Adriatico meridionale per Brindisi, risponde all’avviso pubblico lanciato un mese fa dal ministero in base al decreto Energia del 2023.

Per Taranto, le aree proposte sono una parte del molo polisettoriale (dove ora è ubicato il terminal container gestito dal gruppo turco Yilport, dichiaratosi disposto ad entrare in partita), lo yard ex Belleli e, come ipotesi futura, il riempimento della vasca di colmata in ampliamento del quinto sporgente. Per Brindisi, invece, le aree indicate sono Capo Bianco, la vasca di colmata di Costa Morena est e la banchina dove Enel movimentava il carbone. Brindisi alla proposta di candidatura ha anche allegato il parere favorevole dell’Enac, vista la vicinanza dell’aeroporto con il porto e quindi l’eventualità di dover fronteggiare problemi di sicurezza viste le imponenti dimensioni dei manufatti necessari all’eolico offshore.

 

Adesso il ministero guidato da Gilberto Pichetto Fratin, raccolte le varie candidature, avrà 120 giorni per decidere. Dovranno essere individuati almeno due porti nel Mezzogiorno.

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