HomeEolico offshoreAnev, summit sull’eolico off-shore con focus sulla filiera industriale

Anev, summit sull’eolico off-shore con focus sulla filiera industriale

Lo scorso 23 luglio si è tenuto il 2° Summit Italiano sull’eolico off-shore organizzato dall’ANEV presso “Casa Cappuccini”, Via Vittorio Veneto 21, alla presenza del Ministro Adolfo Urso e dei principali protagonisti del mondo industriale eolico off-shore. Tema del Summit è stato “la filiera Nazionale dell’eolico off-shore” e lo stimolo da parte delle aziende italiane che stanno pianificando nuovi progetti per i prossimi anni a ridurre le tempistiche di approvigionamento per la fornitura di attrezzature utili alla realizzazione di impianti eolici tradizionali e flottanti.

L’eolico off-shore, fisso o galleggiante, è una delle tecnologie indispensabili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione della generazione elettrica al 2030, 2040 e 2050. L’Italia secondo gli studi dell’ANEV, confermati dal Global Wind Energy Council, è il terzo mercato a livello mondiale per potenziale di sviluppo dell’eolico offshore galleggiante. Infatti, secondo gli studi dell’ANEV, al 2040 il potenziale dell’eolico offshore nel nostro Paese è di 11 GW di potenza installata (10 GW è quello stimato da Terna) e in tal senso è significativo che risultano presentate domande di allaccio alla rete nel nostro Paese per oltre 100 GW. L’impegno che l’ANEV mette in questo settore è quello di supportare le aziende italiane che stanno pianificando nuovi progetti per i prossimi anni, al fine di promuovere la filiera nazionale, efficiente e solida, in modo tale da consentire un approvigionamento delle forniture per realizzare gli impianti nei tempi previsti dagli obiettivi di settore.

Per questi motivi il 2° Summit Italiano dell’eolico off-shore è stato un momento di confronto e di analisi della situazione del comparto, quest’anno finalizzato ad analizzare la filiera industriale grazie alla presenza del sig. Min. Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy.

Mauro Fabris, Vice Presidente dell’ANEV, ha aperto i lavori dichiarando che “Abbiamo superato la fase pionieristica per far comprendere anche nel nostro Paese, le potenzialità della tecnologia dell’eolico offshore – commenta Mauro Fabris, vicepresidente Anev con delega all’eolico offshore. “Con il Summit di oggi vogliamo chiedere al Governo e al Parlamento di intervenire subito per far nascere la filiera industriale nazionale. È una decisione strategica che ci consentirebbe di produrre in Italia le componenti necessarie alla realizzazione di impianti eolici offshore galleggianti e superare la dipendenza energetica da terzi” – aggiunge Fabris

Il Ministro Adolfo Urso ha così commentato: “L’Italia ha sviluppato una propria capacità industriale per quanto riguarda l’eolico a terra: può fare altrettanto con l’eolico offshore, per via delle caratteristiche delle nostre imprese e perché siamo tra gli attori più significativi dell’economia del mare. Con il ministro Musumeci stiamo lavorando alla legge quadro sulla Blue Economy di prossima presentazione, che interesserà anche l’eolico in mare. Il nostro obiettivo è quello di passare dall’essere meri consumatori a produttori di impianti di energie rinnovabili, sia per quanto riguarda l’eolico offshore, sia per quanto riguarda i pannelli fotovoltaici: questa è la svolta che stiamo imprimendo al nostro Paese.”.

Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia ha preso parte al convegno commentando “Siamo consapevoli che avviare una filiera industriale dell’eolico offshore in Italia non è affatto semplice. Si tratta di una vera sfida, a cui siamo chiamati tutti, imprenditori e istituzioni” – commenta Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia. “Non possiamo perdere la possibilità di creare, per primi in Europa, un sistema industriale capace di soddisfare i segmenti più importanti della supply chain collegata all’eolico offshore in primis, ma anche allo sviluppo dell’eolico onshore nell’area del Mediterraneo. Il nostro Paese diverrebbe, inoltre, un punto di riferimento su scala internazionale per quanto riguarda la formazione delle nuove professionalità connesse alla transizione energetica, e i due fattori congiuntamente rappresenterebbero un fondamentale volano per la nostra economia nel decennio a venire” – conclude Toto.

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