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Decreto sulle rinnovabili: i timori di Elettricità Futura

L’associazione Elettricità Futura ha espresso preoccupazione riguardo alla bozza del Decreto legislativo sui regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, comunemente noto come Testo Unico delle rinnovabili. Questo decreto, che dovrebbe attuare la delega prevista dall’art. 26, commi 4 e 5, lettera d, della Legge 118 del 2022 sul mercato e la concorrenza, anziché semplificare e accelerare il rilascio delle autorizzazioni, introduce nuove barriere e rallentamenti allo sviluppo delle energie rinnovabili. Secondo Elettricità Futura, questa bozza di Decreto è in netto contrasto con la delega del Parlamento e con le Direttive europee RED II e RED III, poiché peggiora il quadro normativo vigente e blocca anche l’ammodernamento e il potenziamento degli impianti esistenti a fonti rinnovabili.

L’associazione sottolinea che la normativa nazionale attuale consente di ammodernare e potenziare gli impianti rinnovabili già installati senza ulteriori autorizzazioni, anche in presenza di vincoli paesaggistici. Tuttavia, la nuova bozza prevede che anche per questi progetti sia necessaria una nuova autorizzazione, introducendo inutili costi e lungaggini burocratiche. Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, ha dichiarato: “Non c’è alcun dubbio che in Italia sia diventato impossibile realizzare gli impianti necessari per raggiungere gli obiettivi al 2030 ed evitare di incorrere in pesanti sanzioni europee. Oltre al danno in termini di maggiori costi dell’energia per le imprese e le famiglie e maggiore dipendenza dalle importazioni, è doveroso ricordare come l’erogazione dei fondi del PNRR sia legata al mantenimento di precisi impegni da parte dell’Italia, tra cui: la semplificazione degli iter autorizzativi per le rinnovabili, il raggiungimento degli obiettivi di incremento della produzione di energia rinnovabile e di riduzione delle emissioni di CO2”.

Elettricità Futura esorta il Governo a non introdurre l’obbligo del parere delle Soprintendenze per i progetti di ammodernamento e potenziamento degli impianti esistenti, in coerenza con gli obiettivi di semplificazione, accelerazione e razionalizzazione dei procedimenti amministrativi che sono stati definiti nella Legge delega. L’associazione avverte che i numerosi vincoli presenti nel territorio italiano e l’atteggiamento delle Soprintendenze verso i progetti di transizione energetica rappresentano un grave e inutile aggravio dell’iter autorizzativo, aumentando i costi per le industrie e per il Paese. Elettricità Futura richiama anche l’attenzione sul DL Agricoltura, che ha vietato i nuovi impianti fotovoltaici sui terreni agricoli, e il DM Aree Idonee, che rischia di rendere quasi tutto il territorio non idoneo alle rinnovabili.

“In assenza di modifiche, questo Decreto impedirebbe il raggiungimento degli obiettivi del DM Aree Idonee, del Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”, ha aggiunto Re Rebaudengo. Re Rebaudengo conclude affermando che “si apre un grave problema di credibilità per il nostro Paese – che prende impegni ma poi fa l’opposto – e anche di responsabilità nei confronti dei cittadini italiani, perché saranno loro a dover pagare i maggiori costi dell’energia e le sanzioni europee per il mancato raggiungimento degli obiettivi a causa di scelte politiche che precludono questa possibilità, esponendoci al rischio di procedure d’infrazione”.

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