Produrre energia pulita, l’idrogeno, sfruttando migliaia di pannelli solari da installare nella piana egiziana, una delle regioni più assolate del mondo. È questo l’ambizioso progetto che Hydrozero by Unicusano, IAT e SRS, presenteranno oggi alla conferenza COP 27 sui cambiamenti climatici. A intervenire a nome del team di ricerca Giuseppe Cherubini, direttore generale dello IAT, e Antonio Naviglio, presidente della S.R.S.
Una parte dell’energia elettrica e dell’idrogeno sarà sfruttata dall’Egitto, mentre la maggior parte sarà immessa nel gasdotto Greenstream che unisce l’Egitto all’Italia. L’idrogeno trasportato per mare, invece, non solo sarà a disposizione dell’Italia, ma anche degli altri Paesi del Centro Europa grazie all’individuazione di hub. Le 167.000 tonnellate di idrogeno ricavate saranno fornite per il 25% all’Egitto e per il 75% all’Europa, corrispondenti a 125.000 tonnellate ovvero all’1,25% del valore dichiarato da REPowerEU.
Secondo le stime dei ricercatori della spin-off Hydrozero by Unicusano, se si sfruttasse l’energia solare come fonte primaria “ipotizzando di produrre la stessa energia (lo stesso quantitativo di idrogeno) con centrali alimentate a metano, con un rendimento ipotizzato del 35%, si avrebbe un risparmio di CO2 di 10.500 tonnellate all’anno“.
Ma non solo: con l’avviamento della Fase 2 gli scienziati della spin-off sostengono che, alimentando i fabbisogni di idrogeno della acciaieria di Taranto in un’ottica di sua conversione da altoforno a forno elettrico per la produzione di 2.500.000 tonnellate all’anno di acciaio, prevedendo altresì una cessione all’Egitto del 25% dell’idrogeno prodotto, nonché un sovradimensionamento degli impianti del 5% per far fronte alle perdite, “si otterrebbe un risparmio di CO2 di 4.500.000 tonnellate all’anno.”
“I benefici del progetto – concludono i responsabili del progetto Hydrozero by Unicusano – avranno ricadute positive sull’ambiente per l’abbattimento delle emissioni di gas serra, sul tessuto economico-occupazionale in Italia ed Europa, sullo sviluppo di una capacità manifatturiera e occupazionale in una tematica strategica per il futuro a livello mondiale (supply chain in Italia ed Egitto), sulla stabilizzazione geopolitica dell’area del Mediterraneo”.