I circa 200 Paesi riuniti alla Cop26 hanno adottato il “Patto di Glasgow” per accelerare la lotta ai cambiamenti climatici e delineare le basi per il suo finanziamento futuro, ma il testo – come riportato da Rai News – è stato “annacquato” con un compromesso nel passaggio che riguarda la fine del carbone, perché l’India è riuscita a ottenere un cambiamento all’ultimo minuto: un intervento per chiedere di sostituire nel testo la formula “phase-out”, cioè “eliminazione graduale” del carbone, inserendo l’espressione “phase-down”, cioè “riduzione graduale”.
Nonostante le perplessità e le lacrime dello stesso presidente della Cop26, Alok Sharma, la proposta è passata a beneficio del pacchetto complessivo. L’approvazione finale del testo, dopo due settimane di duri negoziati, è stata suggellata con un colpo di martello dal presidente britannico dei negoziati.
“Non è un compromesso annacquato.” – ha però affermato il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani – “Dovevamo portare a bordo tutto il mondo, più di 195 Paesi, con un accordo che doveva tenere la barra a 1,5 gradi il riscaldamento globale e non a 2: India e Cina hanno posto sostanzialmente un veto, hanno chiesto un alleggerimento di una condizione che, posso garantire, è abbastanza marginale, però questo ci ha consentito di averli a bordo nella Cop che adesso ha sancito le regole di trasparenza e implementazione per quello che faremo nei prossimi anni. Io non sono soddisfattissimo, però mi rendo conto che con queste dimensioni a questi livelli, purtroppo il compromesso è parte del mestiere. Qui non si tratta di tecnica, ma di diplomazia“.