Un team guidato dai ricercatori dell’Università del Michigan ha stabilito un nuovo record di nel settore delle celle solari trasparenti. Il team, guidato dal professore di ingegneria Stephen Forrest, ha pubblicato lo studio sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, con la dettagliata descrizione di questi importanti progressi in tema.
Forrest e colleghi hanno creato un nuovo materiale, ottimo per le finestre che, alla stessa caratteristica essenziale della trasparenza, affianca qualità come assorbimento della luce solare, alta tensione, alta corrente e bassa resistenza. Questo nuovo materiale è fatto da una combinazione di molecole organiche che, pur essendo trasparenti nella luce visibile, assorbono sulla lunghezza d’onda dell’infrarosso. Tra l’altro la maggior parte dell’energia che arriva sulla Terra dal Sole ci giunge sotto forma di raggi infrarossi. Questo materiale è stato potenziato, in termini di acquisizione di raggi solari all’infrarosso, da particolari rivestimenti ottici.
La trasparenza in luce visibile è stata poi ottenuta con un particolare elettrodo di ossido di indio e di stagno. I ricercatori hanno così ottenuto una trasparenza simile a quella del vetro per le finestre. Hanno poi creato una seconda versione, un po’ meno trasparente in quanto caratterizzata da una tonalità verdastra, con un elettrodo d’argento.
Le celle solari trasparenti, almeno fino a questo studio, hanno sempre mostrato un’efficienza massima del 2-3%. Queste due versioni mostrano invece un’efficienza massima del 3,5%, per la versione completamente trasparente, e del 5%, per la versione con elettrodo d’argento.
“Le finestre che si trovano sulla facciata di ogni edificio sono ideali per le celle solari organiche, perché offrono qualcosa che il silicio non può, vale a dire una combinazione di altissima efficienza e altissima trasparenza visibile“, ha affermato Stephen Forrest.
Secondo i ricercatori tutte e due versioni possono essere prodotte su larga scala e quindi potrebbero essere tranquillamente poste sul mercato. I ricercatori – evidenzia l’articolo – vogliono però raggiungere un’efficienza massima del 7% e vogliono estendere la stessa durata di queste celle solari a 10 anni.