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ENEA, celle solari ad alta resa in grado di ridurre il costo dell’energia elettrica

L’ENEA, con una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale, ha comunicato la produzione di nuove celle solari ad alta resa con l’obiettivo di ridurre il costo dell’energia elettrica e il consumo del suolo. Il progetto rientra nell’ambito del programma “Ricerca di Sistema elettrico e Progetto integrato Fotovoltaico ad alta efficienza”, condotto da ENEA in collaborazione con CNR, RSE e varie Università. Tuttavia, dalla nascita della prima cella solare del 1954 fino ad arrivare alle principali innovazioni del XXI secolo, il mondo delle rinnovabili nel corso di questi anni ha apportato molteplici innovazioni e vantaggi: risparmio del costo dell’energia elettrica, aumento sostanziale del valore degli immobili, impatto ambientale, indipendenza energetica fino ad arrivare all’aumento della classe energetica dell’immobile.

Dal primo ottobre 2015 sono entrate in vigore nuove disposizioni per la determinazione delle prestazioni energetiche degli edifici, in particolare sono state individuate le nuove modalità operative per la classificazione energetica degli edifici e il modello di attestazione della prestazione energetica (APE).

Attenersi alle nuove regole è obbligatorio: chi non verifica adeguatamente le prestazioni energetiche accertandolo come richiesto dalla norma, rischia di incorrere in gravi sanzioni amministrative. Per non rischiare di commettere errori ti suggerisco di utilizzare il software per la certificazione energetica, facile da usare, sempre aggiornato sulle ultime normative, che ti consentirà di verificare le prestazioni energetiche degli edifici, diagnosi energetica e la progettazione di interventi di efficientamento energetico Superbonus ed ecobonus.

L’ENEA, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, sta lavorando allo sviluppo della nuova generazione di celle solari con la tecnologia “tandem” perovskite/silicio, dove la cella posteriore è composta dal silicio e quella frontale in perovskite (minerale di biossido di titanio di calcio scoperto nel 1839 sui monti Urali in Russia). Tuttavia, in questo modo è possibile sfruttare al meglio la luce incidente sul dispositivo, consentendo un potenziale incremento di efficienza in grado di raggiungere efficienze maggiori del 28% nella conversione dell’irraggiamento solare in energia elettrica.

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