WindEurope, Associazione Europea del Vento, ha diffuso un documento in cui spiega che l’UE ha semplificato le norme di autorizzazione per i progetti di repowering, fondamentali per raggiungere gli obiettivi europei di sicurezza climatica ed energetica entro il 2030.
Si legge infatti che con il sistema di ripotenziamento degli impianti obsoleti, si potrebbe triplicare la produzione di elettricità di un parco eolico riducendo al contempo il numero di turbine. Inoltre i parchi eolici già esistenti sono solitamente situati nelle migliori posizioni, il che riduce la necessità di trovare nuove posizioni libere e adatte ad accogliere un parco eolico. Questa previsione pienamente condivisibile si scontra con la recente previsione del Decreto AREE IDONEE che invece lascia alle regioni la possibilità di definire come NON idonee le aree dove insistono impianti eolici in funzione”.
È quanto si legge in una nota di Anev. “WindEurope sottolinea come, nonostante i propositi iniziali, i progetti non riescano a concretizzarsi e stima che, in base alle tendenze attuali e alle aspettative del mercato, nel periodo compreso tra il 2023 e il 2030, 83 GW raggiungeranno i 15 anni di vita. Tra questi, 70 GW saranno prolungati, 7,8 GW saranno smantellati e solo 5,6 GW saranno ripotenziati. Questo perché i costi di repowering sono più alti rispetto alla totale creazione di un parco eolico. Anche in questo caso la legislazione nazionale, incredibilmente, penalizza con una tariffa decurtata l’energia prodotta da impianti eolici oggetto di repowering”.
“Le misure che WindEurope raccomanda agli Stati Membri per promuovere il repowering sono le seguenti:
• Gli Stati membri dovrebbero utilizzare correttamente la definizione di ripotenziamento contenuta nella Direttiva UE sulle energie rinnovabili e garantire che le misure politiche nazionali si applichino sia al ripotenziamento totale che a quello parziale come previsto dalla legislazione UE.
• Gli Stati membri dovrebbero incorporare obiettivi di ripotenziamento nei loro piani nazionali per l’energia e il clima 2030 e nei piani regionali.
• Gli Stati membri dovrebbero recepire al più presto le norme di semplificazione delle autorizzazioni per il ripotenziamento dal regolamento sui permessi di emergenza dell’UE e
dalla revisione della direttiva UE sulle energie rinnovabili.
• Gli Stati membri che gestiscono aste CfD dovrebbero istituire bandi d’asta dedicati ai progetti di ripotenziamento in base alla realtà economica degli stessi.
• Gli Stati membri dovrebbero dare priorità alle reti di connessione dei progetti di ripotenziamento poiché necessitano di un minore rinforzo della rete rispetto ad un nuovo
progetto”.
L’ANEV auspica che il “legislatore possa provvedere a dare attuazione alla normativa di settore semplificando e favorendo l’azione di repowering anche nel nostro Paese”, chiude la nota.