In un’intervista rilasciata all’agenzia Reuters, Michael Jost – chief strategist di Volkswagen – ha dichiarato che le batterie delle auto elettriche potrebbero essere utilizzate per fornire stabilità alla rete, sfruttando quindi le vetture come una sorta di “accumulatore flessibile”.
Si tratta di un approccio conosciuto con la definizione vehicle-to-grid (V2G), che racchiude in sé la tecnologia della ricarica bidirezionale: il V2G si basa su sistemi di carica capaci di trasferire energia non soltanto dalla sorgente verso la batteria ma anche in direzione opposta, in modo che all’occorrenza le auto stesse possano trasformarsi in riserve a cui attingere in momenti particolarmente critici per stabilizzare la rete ed evitare sovraccarichi.
Grazie al V2G e all’integrazione tra veicoli elettrici e rete, in definitiva, i possessori hanno la possibilità di utilizzare la propria vettura come una centrale mobile integrata nella rete.
Nella visione di Jost, quei momenti di surplus di energia sulla rete elettrica potrebbero essere sfruttati per ricaricare le auto così da rivendere l’energia in eccesso in un secondo momento di incremento della domanda. Per esempio per quelle comunità che si avvalgono di energie rinnovabili, e magari si trovano a dover gestire un eccesso di produzione di una centrale eolica in una giornata particolarmente ventosa.
Nel giro dei prossimi cinque anni Volkswagen si aspetta di poter raggiungere una capacità di stoccaggio di energia potenzialmente di 350 gigawattora con i veicoli elettrici della sua flotta, per raggiungere 1 terawattora entro il 2030.