Milano, Bonn, Bruxelles e Dublino hanno chiesto alla Commissione europea un nuovo pacchetto di risorse finanziarie pari a circa 3,5 miliardi di euro per l’acquisto di mezzi per il trasporto pubblico a zero emissioni inquinanti.
La richiesta è contenuta in una lettera congiunta inviata ai vertici dell’Unione Europea, in cui si diffonde un messaggio molto esplicito: “Il trasporto pubblico ha perso i suoi passeggeri a causa del lockdown e quindi le sue entrate principali, per questo necessità di un sostegno rapido necessario a garantire il servizio pubblico e a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale”.
Le misure di blocco innescate dalla pandemia hanno ridotto sensibilmente il numero di viaggi sui mezzi pubblici, tra marzo e aprile 2020. Con l’avvio della fase due, quindi con maggio, numero di passeggeri e corse di autobus e metropolitane hanno ripreso a salire, ora serve una svolta. Una svolta che nelle intenzioni della gran parte delle metropoli europee non può che essere green.
Si guarda al grande parco di autobus a motore elettrico, ma anche a quelli a idrogeno e carburanti alternativi. L’importante – sostengono i firmatari della lettera – è mantenere un elevato livello di neutralità tecnologica.
A partire dal 2025, propongono le quattro municipalità firmatarie del patto per i trasporti pubblici puliti, saranno acquistati ogni anno in Europa una media di 12 mila mezzi pubblici a zero emissioni, con un costo per unità in forte diminuzione: dagli attuali 100 mila euro per un autobus elettrico ai 40 mila del 2025 e i 10 mila circa del 2027.
Stesso discorso per le infrastrutture di ricarica dei mezzi elettrici, ad esempio, con un crollo dei costi di installazione di un singolo punto di ricarica, dagli attuali 50 mila euro ai 20 mila del 2025 e i 5 mila del 2027.
Complessivamente, i costi per l’acquisto dei mezzi di trasporto pubblici a zero emissioni passerebbero dagli attuali 250 milioni di euro annui ai 120 milioni di euro del 2027.