Un articolo del Corriere della Sera pubblicato nei giorni scorsi ha gettato un’ombra di incertezza riguardo alla produzione della nuova Fiat 500 elettrica, presentata a marzo di un anno fa poco prima dello scoppio della pandemia. I dati raccolti da Fim Cisl dicono che la produzione nella fabbrica torinese è scesa da 300 a 210 vetture al giorno.
Il motivo della diminuzione consisterebbe nella carenza della materia prima, vale a dire le batterie che Stellantis importa dalla Corea del Sud. La difficoltà di approvvigionamento di batterie rallenta la produzione della 500 elettrica a Mirafiori. Quello che era successo a inizio anno al gruppo Audi-Volkswagen ora si ripercuote anche su Stellantis, tanto che nei giorni scorsi era arrivata la comunicazione di nuova cassa integrazione per 10mila dipendenti del polo torinese.
Proprio la mancanza di accumulatori per auto elettriche riporta l’attenzione sul progetto di di Italvolt per una nuova gigafactory in Italia da 45 GWh entro il 2023 (qui la nostra news). Annuncio oggi così “liquidato” nell’articolo del Corriere della Sera: “un progetto per la verità ancora nebuloso tanto che non risulta ancora nessun contratto commerciale stipulato con le case automobilistiche tanto meno con Stellantis“.
A tale severo giudizio del quotidiano di Via Solferino risponderanno Italvolt e i potenziali partner coinvolti nel progetto? Stellantis in testa…