Il settore delle delle rinnovabili e dell’efficienza energetica mostra grandi potenzialità di sviluppo per sé e per l’intero Paese guardando agli obiettivi 2030. Nel 2019 sono stati attivati 2,6 miliardi di investimenti nel settore green e destinati 14,8 miliardi alla promozione della sostenibilità. Sono stati pari a 12,9 miliardi i costi sostenuti dal Gestore dei servizi energetici (Gse) per l’incentivazione e il ritiro dell’energia elettrica rinnovabile, in calo rispetto ai 13,4 mld del 2018. Di questi 11,4 miliardi sono stati coperti in bolletta dagli italiani con la cosidetta componente Asos, in lieve calo rispetto agli 11,6 mld del 2028. È quanto emerge dal Rapporto sull’attività del 2019 del Gse presentato nei giorni scorsi in live streaming.
I costi, spiega il Gse, sono in parte compensati dai ricavi provenienti dalla vendita dell’energia ritirata. Nel 2019 il Gse ha collocato sul mercato elettrico 28,6 TWh, realizzando un ricavo di 1,5 mld, in calo rispetto al 2018 sia per la contrazione dei volumi (-2 TWh) sia per la diminuzione del prezzo medio dell’energia.
“La missione del Gse è la promozione dello sviluppo sostenibile e in questo particolarissimo momento storico il nostro impegno a beneficio del benessere del Paese non può che essere rafforzato e, naturalmente, tradursi in iniziative ad hoc per supportare i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni, mettendo a disposizione del sistema gli strumenti di sostegno in un’ottica di integrazione sociale e di solidarietà” ha commentato il presidente del Gse, Francesco Vetrò.
Sul fronte delle risorse destinate alla promozione della sostenibilità, ovvero dei costi sostenuti da consumatori e soggetti obbligati per tale finalità, il Gse calcola un controvalore economico di 14,8 miliardi, di cui 11,4 mld per l’incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, 1,3 mld ascrivibili all’efficienza energetica e alle rinnovabili termiche, 0,8 mld relativi ai biocarburanti e 1,3 mld riconducibili ai proventi derivanti dal collocamento di quote di emissione all’asta nell’Euets, la piattaforma europea. Nel 2019 sono entrati in esercizio 417 MW, di cui 376 MW eolici, relativi a impianti che erano stati ammessi agli incentivi del decreto ministeriale del 23 giugno 2016. Complessivamente al 31 dicembre 2019 risultano in esercizio 2.974 impianti per 1.137 MW. Per la maggior parte si tratta di eolici (85%), seguiti da idroelettrici (8%) e impianti a bioenergie (6%). L’energia incentivata nel 2019 risulta essere pari a 2.365 GWh, per un costo di 184 mln. Il decreto 23 giugno 2016 ha dispiegato gran parte dei suoi effetti ma vi sono ancora progetti di impianti in posizione utile nelle aste e nei registri che devono entrare in esercizio, per un ammontare di 187 MW.
Per il sesto anno consecutivo nel 2019 l’Italia ha superato la soglia del 17% dei consumi energetici soddisfatti mediante le fonti rinnovabili, obiettivo assegnatoci dalla Direttiva dell’Unione europea l’anno 2020. Secondo il Gse, valutazioni preliminari sullo scorso anno conducono a stimare per il 2019 un dato, consuntivato, intorno al 18%. Si stima inoltre che nel 2019 le attività del Gse abbiano contribuito ad attivare circa 2,6 mld di nuovi investimenti. L’energia rinnovabile e i risparmi energetici incentivati nell’ultimo anno si valuta abbiano evitato l’emissione in atmosfera di 43 mln di tonnellate di CO2 e il consumo di 111 mln di barili di petrolio, mentre si calcola in almeno 50mila unità di lavoro annuali (equivalenti a tempo pieno) l’occupazione correlata a tutte le iniziative sostenute nel 2019.
In tema di rinnovabili elettriche – si legge nel Rapporto – a fine 2019 risultano in esercizio oltre 1,2 GW di potenza aggiuntiva rispetto al 2018, di cui circa 750 MW fotovoltaici, la maggior parte dei quali (più di 400 MW) relativi a nuovi impianti di generazione distribuita in Scambio sul posto e per il resto ascrivibili a interventi non incentivati. A ciò si aggiungono oltre 400 MW di impianti eolici, incentivati con i decreti ministeriali del 23 giugno 2016 e 6 luglio 2012. In termini di energia, per il 2019 si stima preliminarmente una produzione rinnovabile di circa 116 TWh, non dissimile da quella del 2018 considerando che la diminuzione della produzione idroelettrica è stata per lo più compensata dall`aumento della produzione eolica e fotovoltaica.
Per quanto riguarda le rinnovabili termiche, le prime stime del 2019 indicano dati sostanzialmente in linea con l’anno precedente, con consumi intorno a 10,7 Mtep (dei quali 7,8 Mtep da bioenergie e 2,5 Mtep da pompe di calore), corrispondenti a quasi metà del totale degli impieghi Fer, Fonti energetiche rinnovabili (circa 22 Mtep).
Quanto ai trasporti, le prime elaborazioni indicano per il 2019 un incremento dell’immissione in consumo di biocarburanti rispetto al 2018 (+5% circa), dovuta all’aumento della quota d’obbligo di miscelazione.
Per il Gestore dei servizi energetici, “i risultati sin qui conseguiti e gli obiettivi al 2020 sono la base da cui partire per il raggiungimento degli obiettivi al 2030“.