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Progetto UE per tutelare i mari al centro di un workshop nel Grossetano

Ottimizzare la gestione dei rifiuti per ridurre l’impatto del cosiddetto marine litter (insieme di scorie che vengono disperse in mare e lungo le coste) grazie ad una maggiore collaborazione tra amministrazioni locali, associazioni e operatori economici: è questo l’obiettivo del progetto dell’Unione Europea Eni Cbc Med Common condiviso nelle scorse settimane dal Comune di Grosseto e dal suo assessorato all’ambiente in una serie di incontri–confronti con i colleghi delle altre amministrazioni comunali grossetane, dei Comuni del Salento (area pilota con la Maremma del progetto Common) e le categorie economiche territoriali.

Il progetto UE per contrastare il marine litter è stato al centro del workshop “Verso una gestione integrata della costa” tenutosi il 19 agosto a Marina di Grosseto. Sono intervenuti. tra gli altri, Angelo Gentili, Stefano Ciafani – rispettivamente segretario e presidente nazionale di Legambiente -, Simona Petrucci, assessore all’ambiente Comune di Grosseto, e Paolo Bertini, responsabile Settore Soci e Relazioni Esterne di Unicoop Tirreno.

Il workshop ha rappresentato un’occasione per stimolare la consapevolezza verso strategie integrate e approfondire le iniziative sin qui adottate. In primis, dall’assessorato all’ambiente del Comune di Grosseto per incrementare la raccolta differenziata e rendere più “clean” questa estate grazie anche alla collaborazione dell’associazione balneari, ma anche per conoscere attraverso la testimonianza diretta dei pescatori lo stato di salute dei nostri mare e quanto il loro ruolo possa essere fondamentale quali “sentinelle” se messi nelle possibilità di recuperare i rifiuti raccolti per essere portati al corretto smaltimento. Il tutto contestualizzato anche in relazione al progetto dell’Unione Europea per contrastare il marine litter.

L’80% dei rifiuti spiaggiati e monitorati sulle nostre spiagge – ha dichiarato Stefano Ciafani di Legambiente – è in plastica. Per contrastare il marine litter occorre agire al più presto e in sinergia attraverso maggiori azioni di networking, campagne di informazione e sensibilizzazione, promuovendo sempre di più l’economia circolare, lavorando per ridurre l’inquinamento da plastica e mettendo in campo politiche ad hoc a partire da una politica unitaria. Non c’è più tempo da perdere. Il progetto Common ha rafforzato il legame con i paesi del Mediterraneo del sud e sta creando una rete molto importante. Un modello che dovrebbe essere supportato anche da politiche comuni in fatto di produzione e consumo sostenibili. Le differenti normative tra i paesi del Mediterraneo rappresentano un ostacolo alla sostenibilità ambientale. L’estensione delle politiche e delle linee guida europee a tutto il bacino possono rappresentare una grande opportunità di sviluppo con risvolti ambientali, sociali e impatti economici importanti.”

 

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