Il 60% delle emissioni in meno entro il 2030. È il nuovo obiettivo di riduzione al vaglio dell’Europarlamento che rilancia con nuove disposizioni di bilancio volte al contrasto del riscaldamento globale. Nell’esame degli emendamenti, l’Aula ha già deciso di innalzare i target per il prossimo decennio rispetto alla scelta della Commissione Ambiente di tenere l’asticella al 55% e in giornata è atteso il voto finale alla legge sul clima.
“Con questo voto – spiega il presidente della Commissione Ambiente dell’Eurocamera, Pascal Canfin – potremmo avere una decisione finale sul target per il clima 2030 nel vertice di dicembre, un giorno prima del quinto anniversario dell’accordo di Parigi” (Francia, Renew Europe), che ha proposto l’emendamento alla legge per il clima approvato a Bruxelles.”
Nel vertice dei leader Ue del 15 e 16 ottobre, spiega Canfin, “Angela Merkel dovrebbe verificare l’esistenza di una maggioranza qualificata tra i paesi membri per un taglio delle emissioni di almeno il 55%. Successivamente dovrebbe dare mandato al Consiglio dei ministri dell’ambiente di negoziare con l’Europarlamento, e quindi proporre una decisione definitiva dei leader Ue a dicembre“.
“Macron appoggerà questa soluzione“, ha poi assicurato Canfin, che individua l’area di possibile compromesso tra Consiglio ed Europarlamento nel taglio delle emissioni del 55% lordo, cioè senza contare l’assorbimento di CO2 delle foreste. La Commissione europea ha proposto un taglio di emissioni di almeno il 55% netto, contando l’assorbimento. L’Europarlamento chiede il 60% lordo, vale a dire con il solo sforzo di riduzione. La modifica al testo base è passata con soli 26 voti di scarto e con il sostegno dei Socialisti e Democratici, Verdi, Sinistra/Gue e gran parte dei parlamentari di Renew Europe.