Eliminare le paste d’argento dalle celle dei pannelli fotovoltaici e abbattere così costi e emissioni di CO2 in fase di costruzione. È l’ambizioso obiettivo della ricerca tecnologica che Rise Technology – spin-off dell’Università Sapienza di Roma – sta perseguendo da un decennio.
Il progetto denominato iSplash (Industrial Selective PLAting for Solar Heterojunction) si è aggiudicato il finanziamento di circa 8 milioni di euro dall’European Innovation Council.
Nel dettaglio, la sostituzione dell’argento dal processo di fabbricazione delle celle fotovoltaiche – cuore dei pannelli solari – con un altro metallo conduttore (il rame), riduce il costo di produzione dei pannelli di almeno il 30% e abbatte il carbon footprint del 90%.
Il costo dell’argento si aggira attorno agli 800 euro per chilogrammo e per produrne un chilo si emettono in atmosfera più di 540 kg di CO2 equivalente. Inoltre, Cina e Russia detengono circa il 18% del mercato mondiale del prezioso metallo. “Grazie alla nostra tecnologia – spiega Marco Balucani, presidente di Rise Technology – siamo in grado di sostituire l’argento con il rame. Il costo del rame è quasi un centesimo e anche la carbon footprint è infinitamente più bassa: meno di 5 chili di CO2 equivalente”.