Eurostat – ufficio statistico dell’Unione europea – ha reso noti i numeri del 2018 sul consumo di energia primaria e finale rispetto all’obiettivo di efficienza energetica fissato dall’Unione europea al 2020.
Dai dati emerge che il consumo di energia primaria nell’Ue è stato del 4,9% superiore all’obiettivo di efficienza energetica previsto per il 2020 e il 22% rispetto all’obiettivo fissato per il 2030.
A partire dal 1990, il consumo di energia primaria ha subito ampie fluttuazioni, con un picco nel 2006 (1.511 Mtoe che rappresenta un divario del 15,2% rispetto all’obiettivo del 2020), mentre uno dei livelli più bassi è stato raggiunto nel 2014 (1.332 Mtep, pari a un divario dell’1,5% rispetto all’obiettivo del 2020).
Nel 2018, il consumo di energia primaria è aumentato rispetto al 2017 in 12 dei 27 Stati membri, mentre è rimasto stabile in 4 Stati membri ed è diminuito in 11.
Più in specifico, l’incremento di gran lunga maggiore è stato registrato in Estonia (+9%), seguita dalla Lettonia (+5%) e dal Lussemburgo (+4%). Tra gli 11 Stati membri in cui è diminuito il consumo di energia primaria, il calo maggiore si è registrato in Belgio (-5%), seguito da Grecia, Austria e Spagna (-3%) e da Germania e Slovacchia (-2%).
Per quanto riguarda, invece, il consumo finale di energia è stato del 3,2% superiore all’obiettivo di efficienza per il 2020 e del 17% rispetto dall’obiettivo al 2030.
Gli incrementi più elevati si sono registrati a Malta (+6%), seguita da Irlanda (+5%), Lettonia e Lussemburgo (entrambi +4%). Il calo maggiore si è, invece, registrato in Grecia (-5%), seguita da Austria (-3%) e Germania (-1%).
Da segnalare, infine, la situazione piuttosto statica registrata per l’Italia: tra il 2017 e il 2018 il consumo di energia primaria è sceso dell’1,1%, “compensato” però da un identico incremento percentuale in termini di consumi finali.