Fotovoltaico, idrogeno e comunità energetiche. È la strategia seguita in materia di energia dalla regione Friuli Venezia Giulia, che punta a raggiungere la neutralità entro il 2045, ossia almeno cinque anni prima rispetto agli obiettivi europei. Per il 2023 l’attenzione è tutta rivolta sul fotovoltaico: sul tavolo ci sono 155 milioni di euro (100 milioni destinati alle abitazioni e 55 milioni alle imprese).
L’ecobonus regionale, annunciato già a ottobre dal presidente Massimiliano Fedriga, è stato confermato nella manovra finanziaria. Prevede un abbattimento dei costi per i lavori di efficientamento energetico nelle abitazioni principali, nelle seconde case e nei condomini. Sarà un provvedimento retroattivo: potranno beneficiare del contributo tutti coloro che abbiamo effettuato lavori a partire dallo scorso primo novembre. Si attende ora il regolamento attuativo, la cui approvazione è stata rinviata all’anno nuovo per evitare sovrapposizioni con le norme nazionali. Nelle intenzioni della Giunta, infatti, il bonus regionale andrà a sommarsi alle detrazioni previste a livello nazionale, riducendo così ulteriormente per i cittadini del Friuli Venezia Giulia i costi per l’installazione di impianti fotovoltaici.
Ammonta a 11 milioni di euro la dotazione prevista a favore di comunità energetiche e gruppi di autoconsumo e sono già un centinaio le domande presentate per partecipare al bando pubblicato a novembre dalla Regione. Gli uffici della direzione Difesa dell’ambiente hanno già accolto le prime 30 domande; tra i richiedenti, ci sono 20 Comuni, cinque Asp, due consorzi di bonifica, due consorzi di sviluppo economico e industrializzazione e un polo tecnologico.
C’è poi il capitolo idrogeno. Il Friuli Venezia Giulia ha dato vita, insieme a Slovenia e Croazia, al progetto per la realizzazione della prima Hydrogen Valley transfrontaliera d’Europa. L’accordo già siglato con i due Paesi vicini prevede la condivisione di competenze, asset scientifici e industriali ed esperienze dei diversi territori. Secondo le previsioni, il progetto potrebbe diventare realtà entro i prossimi sei anni, con quattro o cinque stabilimenti nelle zone industriali delle province di Udine e Trieste. Sul piatto ci sono anche fondi del Pnrr destinati alle aree industriali dismesse, che la Regione punta a impiegare per promuovere la produzione, la distribuzione e l’uso dell’idrogeno.
“Rispetto alle future fonti di energia la Regione ha il ruolo di capofila nell’ambizioso progetto strategico della Valle dell’Idrogeno, che dovrà proseguire con Slovenia e Croazia nella ricerca di quell’autonomia energetica cui dobbiamo puntare”, ha spiegato facendo un bilancio dei passi già fatti nel corso del 2022 l’assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente, Fabio Scoccimarro. Più immediato è l’appuntamento previsto nel 2023 con gli Stati Generali dell’Ambiente, energia e sviluppo sostenibile dell’Alto Adriatico. “Un piano – ha annunciato l’assessore – che porterà alla sottoscrizione della Carta di Trieste tra la nostra Regione e Veneto, Emilia Romagna oltre a Austria, Slovenia e Croazia: un grande progetto di miglioramento ambientale che punta alle future generazioni”.