Riguardo all’avvio del Forum Economico Mondiale di Davos – e alle dichiarazioni di Greta Thunberg e del Presidente Usa, Donald Trump – riceviamo e pubblichiamo il commento del Direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini.
“La cinquantesima edizione del Forum Economico Mondiale di Davos, introdotto da un documento che assegna massima priorità alla sfida climatica, sarà caratterizzata dalla presenza di due personalità opposte. Da un lato Greta Thunberg, che nella scorsa edizione aveva detto ai potenti riuniti nella località svizzera ‘Dovete entrare nel panico’. Greta e gli ambientalisti presenti a Davos hanno rilanciato l’allarme per un’emergenza climatica sempre più drammaticamente visibile, auspicando che ‘si inizi ad ascoltare la scienza e si inizi a considerare la crisi per quello che è. E dall’altra parte Donald Trump che, pur in presenza di un numero crescente di esponenti delle multinazionali e del mondo della finanza impegnati a contrastare il riscaldamento globale, non solo ha parlato completamente di altro, ma ha chiamato gli ambientalisti ‘profeti di sventura’: il successore di Obama ha dichiarato che non è il momento del pessimismo, proprio ora gli Stati Uniti sono tornati a ‘prosperare’, e ha indicato il Paese di cui è alla guida come ‘un esempio per il mondo’.
“Ma – prosegue il commento di Silvestrini – come si può prosperare con una crisi climatica che incombe sul pianeta, che è stato stimato comporterà ingenti perdite del pil – in Usa come negli altri Paesi del mondo – senza l’attuazione di politiche di taglio delle emissioni? Denunciando gli Accordi di Parigi e negando il riscaldamento globale, l’inquino della Casa Bianca rende il proprio Paese un esempio negativo per il mondo, e lo mette in un angolo: dopotutto sono i rischi del cambiamento climatico per l’economia mondiale e le opportunità legate ai provvedimenti di riduzione delle emissioni che faranno cambiare idea anche ai negazionisti. Ma, naturalmente c’è da sperare che al prossimo Forum di Davos sarà presente un altro presidente Usa, in grado di rafforzare e rilanciare l’impegno globale sul clima”.