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FER 2, CIB e CMA: “A rischio target di sviluppo della produzione di biogas”

Grande delusione del CIB – Consorzio Italiano Biogas e del Consorzio Monviso Agroenergia (CMA) in seguito alla decisione del Governo di mantenere ferma la propria posizione sulle misure proposte al decreto FER 2, un provvedimento atteso da cinque anni dal settore.

Il testo che governo e Regioni stanno discutendo rende impossibile l’ulteriore sviluppo della produzione elettrica da biogas e mette a rischio la prosecuzione dell’attività degli impianti esistenti”, spiegano Consorzio Italiano Biogas e Consorzio Monviso Agroenergia auspicando “che la Conferenza delle Regioni dia un parere negativo sul testo così proposto e che in assenza di sostanziali modifiche il governo rinvii la decisione al nuovo esecutivo“.

Ci rammarica che il lavoro di dialogo e di proposta svolto sul decreto Fer2, condiviso anche da diverse Regioni, non stia producendo gli effetti sperati e utili per il nostro settore. In un momento di forte spinta verso lo sviluppo di nuova capacità rinnovabile da inserire nel mix nazionale e di crisi degli approvvigionamenti ci aspettavamo un cambio di passo che promuovesse il contributo dell’agricoltura nella risoluzione della crisi energetica. Come abbiamo già espresso in più sedi e in nostri precedenti comunicati, questo provvedimento deve necessariamente contenere: da un lato, misure per favorire la nascita di nuovi impianti perfettamente integrati nel territorio avviando un percorso di transizione in linea con gli obiettivi europei; dall’altro, misure per salvaguardare le iniziative biogas esistenti che non possono convertire la propria produzione a biometano”, dichiara il presidente del Cib, Piero Gattoni.

Senza la rimozione dei vincoli quali, ad esempio, quelli relativi alla distanza dalla rete di trasporto del metano e al mix di biomasse impiegabili, gli obiettivi prefissati con questo decreto saranno inevitabilmente disattesi. Chiediamo alle Regioni di esprimere un parere negativo sul testo, che dovrebbe essere rivisto alla luce del mutato scenario economico internazionale”, conclude Gattoni.

Non è accettabile – dichiara Sebastiano Villosio, presidente del Cma – che in un momento storico come quello che stiamo attraversando non ci sia la disponibilità a eliminare vincoli che impediranno la produzione di energia rinnovabile nel comparto agricolo, proprio quando le agroenergie potrebbero contribuire a superare l’attuale crisi. Il rischio che il decreto così come impostato non produca alcun effetto è molto concreto e non si capiscono francamente le motivazioni di una tale chiusura. Per questo ci appelliamo al buon senso e al pragmatismo delle Regioni che saranno chiamate a esprimere un parere sul provvedimento, auspicando di poter riaprire lo spazio per delle correzioni che riteniamo indispensabili. In pochi anni il nostro settore ha contribuito al sistema energetico con più 1 GW di potenza elettrica installata e 200 milioni di mc di biometano immesso all’anno e costituisce un patrimonio che non possiamo permetterci di abbandonare”.

 

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