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Elettricità Futura: “Recepimento della Direttiva RED II è un passo importante”

Elettricità Futura ha preso ancora una volta posizione sul tema della Direttiva RED II, lo strumento con cui l’Europa indica agli Stati membri le linee guida da seguire affinché promuovano a livello nazionale le energie rinnovabili.

Il Decreto legislativo di recepimento della Direttiva RED II approvato dal Governo, è un passo importante e necessario per la transizione energetica che l’Italia attendeva da tempo”, afferma in un comunicato Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura.

Nel testo – prosegue Re Rebaudengo – è chiara l’intenzione del Governo di proseguire lo snellimento della burocrazia avviato dal DL Semplificazioni con l’obiettivo di recuperare il forte ritardo accumulato nel percorso di decarbonizzazione e consentire l’installazione di 70 nuovi GW di impianti rinnovabili, un’opportunità che porterà al nostro Paese 90.000 nuovi posti di lavoro e 100 miliardi di investimenti privati nel solo settore elettrico.
Elettricità Futura aveva condiviso in audizione al Senato e alla Camera diverse misure per semplificare e accelerare la transizione energetica. Siamo soddisfatti che le nostre proposte abbiano trovato ampia corrispondenza nel Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale”.

Tra le proposte della principale associazione del mondo elettrico italiano si segnalano:

  • la differenziazione dei contingenti di potenza delle aste del GSE per zone geografiche;
  • l’accesso alle aste del GSE anche per gli impianti fotovoltaici su aree agricole non utilizzate, individuate dalle Regioni come aree idonee;
  • la previsione di criteri di massima semplificazione delle procedure amministrative per la partecipazione agli schemi di sostegno;​
  • la possibilità di introdurre misure per integrare i ricavi di impianti rinnovabili con costi di approvvigionamento del combustibile.
  • “Ora – conclude il Presidente – è necessario passare al più presto alla parte attuativa, come indicato da Elettricità Futura nel recente Appello al Governo, alle Regioni e alle Soprintendenze affinché si creino le condizioni per il raggiungimento del target Green Deal che non è un Burden ma un’Opportunity Sharing”.

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