Contro il caro bollette bisogna tagliare i sussidi alle fonti fossili, non alle rinnovabili, che andrebbero invece favorite con contratti di acquisto a lungo termine. È il messaggio che lancia in un comunicato Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, l’associazione delle imprese del settore dell’energia solare.
“Gli operatori del fotovoltaico sono disponibili a fare la loro parte – scrive Viscontini -, ma solo ed esclusivamente mettendo un limite massimo ai prezzi di vendita dell’energia sul mercato, e non toccando in alcun modo le tariffe incentivanti dei conti energia“.
“È arrivato il momento di intaccare i sussidi ai combustibili fossili – spiega Viscontini -, perché altrimenti ci troviamo al paradosso di andare a toccare chi ha investito nelle rinnovabili, senza intaccare invece il mondo dei fossili, che è quello che ci ha portato al disastro in cui ci troviamo. I sussidi alle fossili sono oltre i 10 miliardi di euro all’anno e devono essere urgentemente rivisti”.
Per il presidente di Italia Solare “la proposta di riaprire i giacimenti nazionali è antistorica, miope e certamente non influirà sul prezzo delle bollette. Il gas estratto in Italia sarebbe una goccia nel mare e i tempi necessari per riattivare i giacimenti sono molto lunghi, mentre molti GW di rinnovabili, possono essere messi in campo in poche settimane o mesi“.
Italia Solare “è dell’opinione che sia necessario lavorare a misure di lungo termine, volte a esempio alla promozione dei PPA (Power Purchase Agreement) di energia rinnovabile“. Inoltre “andrebbe favorita (o resa obbligatoria) la vendita di energia da parte dei produttori agli operatori del mercato libero, in modo da aumentare al massimo la liquidità dell’offerta“.
“È il momento di guardare alle soluzioni concrete ed efficaci già presenti nel nostro Paese – conclude Viscontini -, senza andare a cercare tecnologie, come il nucleare, o soluzioni francamente inaccettabili per le tempistiche e i risvolti ambientale ed economici che hanno“.