L’Italia potrebbe traguardare la soglia di 1 miliardo di m3 di biometano da rifiuti organici entro il 2030, ma è necessario indirizzare gli incentivi e le misure del PNRR dedicate al settore per un revamping tecnologico degli impianti esistenti. Lo ha ribadito il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) nel corso dell’evento “Biometano da Rifiuti Organici: una filiera innovativa per l’economia circolare”.
Sono 8,3 milioni le tonnellate di rifiuti organici (umido, verde, fanghi e altro) trattati in Italia nel 2021, di cui 7,3 milioni di tonnellate provenienti dalla raccolta differenziata (125,2 Kg/ab/anno).
Dalla trasformazione dei rifiuti a matrice organica, sono state ottenuti circa 2,1 milioni di tonnellate di compost, fertilizzante organico che, restituito alla terra, nutre il suolo e aiuta a contrastare il cambiamento climatico: ha infatti contribuito a stoccare nel terreno circa 600.000 t di sostanza organica, risparmiando 3,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalente/anno rispetto all’avvio in discarica.
Inoltre, sono stati ottenuti 406 milioni di m3 di biogas, valorizzati mediante la produzione di circa 440 GWh di energia elettrica, 125 GWh di energia termica, e 136 milioni di metri cubi di biometano, utilizzabili sia per l’immissione in rete che per l’autotrazione, con l’obiettivo di ridurre il ricorso alle fonti fossili.
A fare il punto- come detto in precedenza – è il Consorzio Italiano Compostatori (CIC), in occasione dell’evento organizzato per illustrare le procedure competitive dei Fondi PNRR che permetteranno di implementare, all’interno degli impianti di compostaggio, anche la parte anaerobica per la produzione di biometano.
Nel corso dell’evento, il CIC ha condiviso i dati relativi alla raccolta e al trattamento del rifiuto organico in Italia, dove il dato procapite di rifiuto organico intercettato sale a 125,2 kg/abitante/anno. In particolare, in Emilia Romagna sono stati raccolti in modo differenziato circa 180 kg/abitante di rifiuto organico.
Nonostante la regione con valori più bassi sia la Liguria, le analisi del CIC mostrano come sia necessario continuare a lavorare soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud, considerando che Lazio, Sicilia, Calabria, Molise e Basilicata mostrano una RD media pro capite tra gli 80 e i 100 kg. Ad ogni modo, è notevole il salto fatto negli ultimi 10 anni: tali regioni infatti mostravano una RD media pro capite di massimo 25 kg/ab/anno.
In Italia il riciclo dei rifiuti organici è affidato a 356 impianti di trattamento biologico. 293 sono impianti di compostaggio che producono Compost utilizzato in agricoltura e nel florovivaismo: a fronte di una capacità autorizzata di 6.198.000 tonnellate l’anno, registrano un trattamento di 4.008.000 t/anno. Gli impianti integrati di digestione anaerobica e compostaggio, che producono Compost e Biogas, sono invece 63: si stima una capacità autorizzata di 5.109.000 t/anno, mentre il rifiuto trattato nel 2021 è stato di 4.299.000 t/anno.
“Nel breve-medio periodo (2023-2025), si prevede un completamento delle necessità territoriali in gran parte delle regioni italiane. Auspichiamo un’ulteriore crescita delle raccolte differenziate del rifiuto organico e per fare questo serve un ulteriore sforzo in alcune aree del Paese. L’impiantistica dedicata al trattamento è in gran parte già realizzata o di imminente completamento, non solo al Nord ma anche nel Centro e Sud Italia”, spiega Massimo Centemero, Direttore del CIC.
Nel dettaglio, con una raccolta differenziata a regime in tutta Italia e considerando l’andamento complessivo della popolazione residente, secondo le stime del CIC il Paese nel 2025 potrebbe arrivare a raccogliere 9 milioni di tonnellate di rifiuto organico l’anno, ovvero 153 kg/ab/anno.
Nel corso dell’evento, che si è svolto a Roma e in versione digitale e che è stato patrocinato dal MASE, sono intervenuti: Lella Miccolis (Presidente CIC); Luca Squeri (Segretario X Commissione Camera) Valeria Frittelloni (ISPRA); Massimo Centemero (Direttore CIC); Giovanni Perrella (Componente della segreteria tecnica del Dipartimento Energia del MASE); Antonio Panvini (Direttore Comitato Termotecnico Italiano); Federico Mandolini (Responsabile Funzione Ammissione Incentivi Impianti FER del GSE).