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Aree idonee, Cappelletti (M5S): “Governo flash su rigassificatori e lumaca su fer, decreto va rivisto”

Riguardo alla bozza di decreto ministeriale per l’individuazione delle aree idonee all’installazione di eolico e fotovoltaico, riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota dell’Onorevole Enrico Cappelletti, Membro Commissione Industria alla Camera dei Deputati (Gruppo Movimento 5 Stelle).

La bozza di decreto ministeriale per l’individuazione delle aree idonee all’installazione di eolico e fotovoltaico prevede obiettivi molto ambiziosi, che però sarà difficile raggiungere con i pesanti vincoli in esso contenuti. Stiamo parlando di un testo che, oltre a non classificare più come idonee aree considerate tali dal decreto legislativo 8 novembre 2021 n. 199 da cui proviene, ignora le previsioni dello schema di Direttiva rinnovabili RED III, che entrerà in vigore nei prossimi giorni. Le precise disposizioni contenute nella Direttiva in materia di mappatura delle aree necessarie al raggiungimento degli obiettivi al 2030 e l’individuazione, tra esse, di quelle per lo sviluppo accelerato delle rinnovabili, presuppongono infatti un uso massimo e non residuale di tali aree. Il Mase come intende superare gli ostacoli presenti nella bozza di decreto e garantire il raggiungimento degli obbiettivi di sviluppo delle rinnovabili? Il Ministero deve anche chiarire perché per le aree agricole marginali e le aree inutilizzate di scarso interesse e valore produttivo non possiamo applicare procedure di ulteriore semplificazione, con un tempo massimo di 6 settimane per la definizione dei provvedimenti, come quelle già previste per i progetti del PNRR. Per infrastrutture pericolose come i rigassificatori che probabilmente verranno sottoutilizzati, il Governo ha scelto procedure molto più veloci, nonostante l’ENEA abbia certificato un risparmio di circa 10 miliardi di m3 di gas metano in Italia (da agosto 2022 a marzo 2023), il 18% in meno rispetto ai consumi medi dello stesso periodo degli ultimi 5 anni.

La sensazione è che si faccia il gioco delle tre carte per smontare un impianto normativo già definito, con soluzioni spinte dal M5S nella scorsa legislatura e condivise anche degli altri partiti di maggioranza. Se venisse approvato così com’è, il provvedimento di fatto ostacolerebbe lo sviluppo delle rinnovabili, bloccando decine di miliardi di euro di investimenti in transizione verde. L’opposto di quanto sostiene la BCE, che dice di accelerarli proprio per aumentare la stabilità finanziaria e ridurre i rischi per famiglie, imprese, banche e investitori”.

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