Uno studio pubblicato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) mostra che il passaggio all’elettricità rinnovabile in Unione Europea ha ridotto gli effetti del cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico e idrico. Lo studio presenta un’analisi dell’impatto ambientale complessivo associato al mix energetico e in particolare al passaggio a quote crescenti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili, con un significativo calo dei combustibili fossili.
Nel dettaglio, in tutta l’Unione Europea l’aumento dell’elettricità da fonti rinnovabili tra il 2005 e il 2018 – solare fotovoltaico, eolico e biomassa – ha ridotto significativamente le emissioni di gas serra, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua (formazione di particolato, eutrofizzazione e acidificazione) e le pressioni legate all’emergenza climatica.
Lo studio ricorda inoltre che la percentuale di energie rinnovabili in tutta l’UE nel 2019 è stata di poco inferiore, meno di mezzo punto, rispetto all’obiettivo vincolante del 20% per il 2020; l’elettricità rinnovabile, che copre il 34% di tutta la produzione di elettricità, è quasi raddoppiata dal 2005 e il carbone ha perso il proprio primato.
Tuttavia – ricorda lo studio – i combustibili fossili nel 2019 hanno prodotto complessivamente ancora il 38% di elettricità, più delle fonti rinnovabili. Con gli impianti a combustione che dominano il mix energetico, il settore elettrico dell’UE è responsabile di quasi un quarto di tutte le emissioni di gas serra con importanti impatti a livello di acidificazione, eutrofizzazione e formazione di ozono a livello del suolo.
La piena attuazione dei piani nazionali per il clima e l’energia consentirebbe all’UE di superare gli attuali obiettivi climatici e di energie rinnovabili per il 2030. I progressi ad oggi sono ancora insufficienti per raggiungere un obiettivo più elevato di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 o la neutralità climatica entro il 2050. Per rispettare questi impegni l’energia rinnovabile dovrebbe superare l’80% entro il 2050 .