Sul Superbonus si cambia e, il giorno dopo l’intervento del governo, la tensione rimane alta. Il Governo, nelle scorse ore, ha infatti varato un decreto che blocca lo sconto in fattura e la cessione dei crediti per i Comuni. Una mossa che non piace ai lavoratori del settore, con le aziende che hanno lanciato l’allarme:”il governo così affossa famiglie e imprese“, ha detto l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili).
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, nella Sala del Mappamondo di Montecitorio nel corso dell’audizione alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato in merito al disegno di legge di previsione bilancio dello Stato 2023 e per il triennio 2023-2025. Dopo la stretta del governo, per i nuovi interventi non sarà più possibile ricorrere alla cessione del credito o allo sconto in fattura. Inoltre, si chiude l’esperienza da poco avviata da alcuni enti pubblici di acquistare i crediti incagliati: non potranno più farlo. L’obiettivo, ha spiegato il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, è duplice: “Risolvere il nodo dei crediti”, arrivati ormai a 110 miliardi, e “mettere in sicurezza i conti pubblici”
Come detto, però, questa mossa è mal vista dall’Associazione nazionale costruttori: già prima della stretta del governo, l’Ance aveva lanciato l’allarme sulle conseguenze. A inizio febbraio, attraverso il Sole 24 Ore, aveva diffuso delle stime chiedendo all’esecutivo un intervento sulle cessioni bloccate. L’associazione aveva spiegato che un miliardo di crediti incagliati causa il blocco di circa 6mila cantieri, tra unifamiliari e condomini, con il rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9mila occupati.
Partendo da questi numeri, l’Ance era andata oltre con le stime. Ipotizzando, per rimanere bassi, 15 miliardi di crediti fiscali attualmente bloccati, aveva parlato di effetti devastanti: “25mila imprese a rischio fallimento, 130mila disoccupati in più nel settore delle costruzioni (senza contare le aziende della filiera) e problemi per circa 90mila cantieri”
Anche ieri, prima dell’ufficialità della mossa del governo, era intervenuta. “Se, come sembra in queste ore, il governo bloccherà per sempre la cessione di nuovi crediti da bonus senza aver individuato prima una soluzione per sbloccare quelli in corso vorrà dire che si è deciso di affossare famiglie e imprese in nome di non si sa quale ragion di Stato”, aveva scritto su Facebook la presidente dell’Ance Federica Brancaccio.
Sempre in giornata, la presidente Brancaccio aveva dichiarato: “Se il governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie”. Aveva sottolineato che, secondo l’Ance, senza una soluzione immediata sarà “tracollo”