Dopo mesi di annunci e rimodulazioni, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Dpcm sui nuovi Ecobonus, gli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti. La nuova piattaforma del Mimit, il Ministero per le Imprese e il Made in Italy, sarà attiva dalle ore 10 di lunedì 3 giugno. A partire da quel giorno, saranno resi disponibili i moduli per chiedere il bonus, così come le tabelle che riportano i criteri di attribuzione dei contributi. Complessivamente, ammontano a un miliardo di euro le risorse stanziate dal governo per i nuovi incentivi. Una rimodulazione annunciata da tempo e resa necessaria non solo dalla necessità di ridare slancio al settore dell’automotive, ma anche di colmare il gap nella transizione verso l’elettrico che al momento separa l’Italia dalle altre grandi economie europee.
Una delle principali novità dei nuovi Ecobonus riguarda la proporzionalità dei contributi in base alla classe ambientale di appartenenza del veicolo da rottamare, incluse le vetture di classe Euro 5. Il nuovo sistema di incentivi punta ad agevolare l’acquisto di auto elettriche, ibride plug-in e a motore termico con un livello di emissioni di CO2 fino a 135 gr/km. Il prezzo di listino – optional compresi, ma Iva esclusa – non deve essere superiore ai 35mila euro per le auto elettriche, a benzina e diesel. Il tetto di prezzo sale invece a 45 mila euro per le ibride plug-in.
Il contributo massimo ottenibile per l’acquisto di un veicolo elettrico nuovo, a fronte della rottamazione di un veicolo fino a Euro 2, sale da 5 mila a 13.750 euro per chi ha un Isee sotto i 30mila euro. L’obiettivo è incentivare la rottamazione delle auto appartenenti alle quattro classi più inquinanti (Euro 0, 1, 2 e 3), che ad oggi rappresentano il 25% del parco circolante.
Ad accogliere con entusiasmo l’introduzione dei nuovi Ecobonus sono soprattutto le aziende produttrici, con Motus-E – il consorzio che raduna gli operatori della mobilità elettrica – che parla di «passo avanti importante per riportare il mercato auto italiano al centro del panorama europeo». Tra gli aspetti che il comparto dell’auto elettrica critica c’è invece il tetto massimo di 35mila euro, che le aziende chiedevano al governo di portare a 45mila, come per le ibride plug-in. L’altro fronte su cui Motus-E insiste è l’elettrificazione delle flotte aziendali. La proposta avanzata insieme alle principali associazioni italiane dell’automotive chiede all’esecutivo di impegnarsi a «supportare le imprese nel percorso di rinnovo del proprio parco auto», attraverso la «deducibilità dei costi di acquisto o di leasing finanziario e di noleggio».