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AIEL: “Superare logica dei sussidi alle fonti fossili e promuovere le rinnovabili”

AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali), ha commentato, attraverso la Direttrice generale Annalisa Paniz (nella foto), i dati emersi da una nuova ricerca sui sussidi alle fonti fossili.

Secondo il dossier “Still Not Getting Energy Prices Right: A Global and Country Update of Fossil Fuel Subsidies” – realizzato dal Fondo Monetario Internazionale – i sussidi ai combustibili fossili nel mondo oggi ammontano a  5,9 mila miliardi di dollari, corrispondenti al 6,8 percento del PIL mondiale.

Una cifra da capogiro, che equivale a circa 11 milioni di dollari al minuto, destinata a salire ulteriormente nel prossimo futuro, visto che le previsioni del FMI indicano un aumento fino a quota 7,4 percento del PIL entro il 2025.

L’obiettivo di arrivare al 2050 con un’economia climaticamente neutra è la grande sfida che si è posta l’Europa.” – ha commentato Annalisa Paniz – “Le fonti fossili sono la causa principale del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. È necessario dunque superare la logica dei sussidi alle fonti fossili e promuovere in modo più strutturato le fonti energetiche rinnovabili come le biomasse legnose, che sono già oggi la principale fonte energetica rinnovabile e carbon-neutral del nostro Paese nel settore termico e possono contribuire a ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera. Proprio il loro utilizzo ha già consentito all’Italia di raggiungere con due anni di anticipo la quota obiettivo di energie rinnovabili al 2020 fissata dalla Ue”.

In che modo la biomassa legnosa – si interroga il comunicato di AIEL -può essere un’alleata nella lotta al cambiamento climatico causato dai gas a effetto serra? In primo luogo grazie alla gestione forestale sostenibile: quando la biomassa proviene da foreste in cui gli stock di carbonio sono stabili o in aumento, come nel caso europeo, le emissioni della bioenergia al momento della combustione vengono infatti compensate dalla crescita delle foreste in cui è stato prodotto il combustibile.

Nel caso dei combustibili fossili, al contrario, si verifica il rilascio in atmosfera di anidride carbonica fissata nell’arco di ere geologiche, reimmessa massicciamente nel sistema senza possibilità di essere riassorbita.  Anche considerando che il taglio, il trasporto e la lavorazione del legname, operazioni che consumano energia, come pure la costruzione degli impianti di conversione energetica, emerge che le emissioni espresse in CO2eq dei combustibili fossili, a parità di energia prodotta (MWh) sono nettamente superiori a quelli legnosi. Il gasolio infatti emette in atmosfera 326 kg di CO2eq, il GPL 270 kg di CO2eq, il metano 250 kg di CO2eq, mentre pellet e la legna da ardere emettono rispettivamente 29 kg di CO2eq e 25 kg di CO2eq (Eltrop, Ludger, 2018).

Questi dati – prosegue Paniz – ci spingono ad affermare che l’uso di biomasse legnose per la produzione di calore consente di ridurre le emissioni di CO2eq tra l’89% e il 94% rispetto ai combustibili fossili tradizionali. La recente impennata del prezzo del gas in bolletta ha reso evidente che una reale transizione energetica ha il dovere di essere sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico. La transizione ecologica e il cambio di paradigma verso un mix energetico principalmente composto da energia rinnovabile potrebbero inoltre dare maggiore autonomia anche al nostro Paese, allegerendolo dalla dipendenza dai combustibili fossili e dalle oscillazioni dei prezzi. Per AIEL il calore da biomassa legnosa, all’interno di un mix energetico intelligente capace di sfruttare al meglio le caratteristiche di ogni tecnologia, offre una soluzione matura, sicura, praticabile ed economica al problema della decarbonizzazione e può contribuire a realizzare una transizione socialmente equa ed efficiente in termini di costi verso un’economia climaticamente neutra entro il 2050”.

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