Un’intesa tra la multinazionale elettrotecnica svizzero-svedese ABB e la società Hydrogène de France (Hdf) rende più concreta la possibilità che le fuel cells a idrogeno possano diventare il combustibile delle navi del prossimo futuro. Un salto di qualità che l’industria dello shipping vuole compiere per ridurre le emissioni.
Nella nuova fabbrica di Bordeaux di Hdf verranno prodotte le celle a combustibile per le grandi navi che solcano i mari colme di merce: dai container, al carbone e al petrolio. Oltre ovviamente ai passeggeri.
Il progetto franco-svizzero prevede delle centrali elettriche in miniatura: la potenza che dovranno erogare infatti è notevole. Le fuel cell dovranno garantire infatti la propulsione della nave, così come tutti i servizi che servono a bordo e quelli per la sicurezza della navigazione. Sarà quindi una reazione elettrochimica a garantire alla nave la potenza per poter trasportare la merce.
Il target è la riduzione delle emissioni del 50% rispetto al 2008. Con le fuel cells si potrà arrivare in un colpo solo a livello “zero”. «Le fuel cells reciteranno un ruolo fondamentale nello shipping” – ha spiegato in una nota Juha Koskela, Managing Director, ABB Marine & Ports – “Il settore è alle prese la necessità di dotarsi di fonti di energia rinnovabili per rimanere all’interno dei limiti imposti dalle nuove norme internazionali». Quella di ABB potrebbe essere una rivoluzione per il settore perché cambiano dimensioni e potenza delle batterie. Ad oggi infatti la sperimentazione prevedeva autonomia e potenza limitate.
L’industria delle crociere, prima della crisi del coronavirus, aveva in mente una sperimentazione per produrre energia per alcuni servizi limitati a bordo. Ora invece nella stiva della nave potrebbe essere installata una mini-centrale elettrica a idrogeno per alimentare i motori nei viaggi molto lunghi della navi, ad esempio dall’Asia all’Europa.