Le principali associazioni che rappresentano il settore elettrico in Italia e in Europa, si sono unite nell’appello al Governo italiano a ritirare l’art.16 e ad avviare un dialogo costruttivo per definire soluzioni efficaci ed equilibrate per far fronte ai prezzi elevati dell’energia. La richiesta è firmata da Anev, Anie Rinnovabili, Eurelectric, Elettricità Futura, Efet, Italia Solare, Solar Power Europe, Utilitalia, Wind Europ.
Secondo le associazioni, l’articolo 16 del DL 04/2022 (“DL Sostegni TER”) introduce misure discriminatorie tra i produttori di energia elettrica basati sulla tecnologia di generazione, creando pericolose distorsioni del mercato.
Nell’appello congiunto si legge: “Apprezziamo che lo scopo del DL 04/2022 sia quello di limitare gli impatti negativi dell’aumento dei prezzi dell’energia, dovuto principalmente al forte aumento dei prezzi del gas, sull’economia italiana e sui consumatori di energia , e sosteniamo questa intenzione. Tuttavia, l’articolo 16 del DL 04/2022 (“DL Sostegni TER”) introduce misure di clawback nei confronti degli impianti fotovoltaici a tariffa Feed in Premium e geotermici, centrali idroelettriche, fotovoltaiche ed eoliche mercantili con potenza superiore a 20 kW. La stragrande maggioranza di tali impianti riceverà un prezzo di riferimento fisso fino al 31 dicembre 2022, basato sui prezzi medi zonali storici dell’energia elettrica in Italia”.
“Le misure contenute nell’articolo 16 causeranno significative distorsioni dei mercati dell’energia all’ingrosso e del comportamento di acquirenti e venditori sul mercato. Potrebbe incidere sulla libera formazione dei prezzi come richiesto dal regolamento sull’energia elettrica (2019/943) che stabilisce un Documento associazioni europee prezzo di esercizio de facto inevitabile e determinato amministrativamente per eventuali futuri accordi di acquisto di energia (PPA) in contraddizione con l’obiettivo dichiarato del governo di promuovere la conclusione di tali contratti nel mercato elettrico italiano”
Inoltre – sottolineano le associazioni – queste misure complesse e discriminatorie metteranno a repentaglio gli obiettivi di Fit-for-55, infrangendo la fiducia degli investitori, con enormi impatti sugli investimenti nelle FER e minando il corretto funzionamento del mercato interno dell’elettricità dell’UE. E ancora, l’articolo 16 del “DL Sostegni TER non è coerente con le proposte contenute nel cassetto di strumenti per l’azione e il supporto della Commissione europea” che l’UE e i suoi Stati membri possono utilizzare per affrontare l’impatto immediato degli aumenti dei prezzi correnti e rafforzare ulteriormente la resilienza contro shock futuri.
“L’Italia – si legge ancora nell’appello – deve accelerare e semplificare le procedure di autorizzazione per installare almeno 8 GW di nuova capacità rinnovabile ogni anno fino al 2030 per raggiungere gli obiettivi Fit-for-55. Tuttavia, negli ultimi anni è stato installato meno di 1 GW/anno, principalmente a causa di permessi lunghi e complessi. Portare avanti l’attuale versione dell’articolo 16 del DL 04/2022 rischia di rallentare ulteriormente il processo di transizione energetica in Italia e in Europa, mettendo a rischio investimenti vitali per l’intera economia.”
Interventi simili – affermano le associazioni – sono stati proposti in altri Stati membri nel 2021 (Spagna e Romania), determinando una notevole instabilità normativa e cambiamenti di vasta portata nella dinamica dei contratti. Di conseguenza, la portata delle misure originarie è stata drasticamente rivista o bloccata.