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Trogni (Alperia): “Idroelettrico, le spalle larghe su cui fare crescere le rinnovabili”

Una fonte rinnovabile, programmabile e green. E’ l’idroelettrico, strategico sotto diversi punti di vista, dalla sicurezza del sistema elettrico all’accensione della rete in caso di black out, dagli usi dell’acqua alla messa in sicurezza del territorio. Tra i player più importanti del settore, anche l’italiana Alperia Green Power.

“La direzione che abbiamo scelto, l’unica possibile, è quella dell’aumento della quota delle energie rinnovabili sulla generazione elettrica. Oggi questo mix vale il 40% dei consumi annui in Italia e la prospettiva è di raddoppiare la potenza attualmente installata con il Green Deal al 2030, un aumento di 70 Gw. Una prospettiva ambiziosa. – spiega all’AdnKronos Mario Trogni, Ceo di Alperia Green Power – “Con l’attuale mix energetico e l’attuale speculazione e stress sul mercato del gas in particolare, la prospettiva è quella di una bolletta 2022 di 95 miliardi di euro; con un mix in cui le rinnovabili raggiungessero il 72%, questa bolletta sarebbe di 44 miliardi di euro, cifra che coincide con la bolletta che pagavamo nel 2019, prima del Covid. Questo basta per capire quanto sia necessario spingere sulle rinnovabili”.

Nell’attuale mix ‘rinnovabile’, che comprende idroelettrico, fotovoltaico, eolico e geotermico, l’idroelettrico è al momento l’attore principale, perché pesa circa il 50% di questo mix. E più che alla crescita, quello a cui si guarda ora è la salvaguardia e il miglioramento continuo degli impianti esistenti ed è su questo che Alperia sta investendo cifre importanti.

Il parco idroelettrico esistente ha un’età media di 70 anni. Un importante patrimonio nazionale ma, onestamente, datato, anche nei confronti di una rete elettrica che ha sempre più e diverse esigenze.” – dice Trogni – “Quello che va fatto è intervenire sull’esistente, cosa che genera tutta una serie di vantaggi paragonabili alla realizzazione di nuovi piccoli e medi impianti. Un rifacimento anche parziale di un grosso impianto esistente dà ottimi risultati dal punto di vista del rendimento e del risparmio idrico”.

Annualmente, gli investimenti di Alperia sugli impianti superano i 60 milioni di euro, un terzo dei quali riguarda rifacimenti e miglioramenti di vecchi impianti cui si associano piani ambientali per mitigare o compensare gli effetti sul territorio: parliamo di quasi 20 milioni di euro l’anno. E poi “il 97% dei nostri investimenti risponde a qualche criterio Esg e portano sempre miglioramenti nei settori di interesse”, ovvero environmental, social e governance: ambiente, società, governance.

Cosa serve ora al settore? “Non è più tempo di incentivi a pioggia. Il tema per i grandi operatori dell’idroelettrico è di avere certezze e stabilità”, dice il Ceo di Alperia Green Power, anche in riferimento alle concessioni idroelettriche e alle prossime scadenze. “In mancanza di certezze, stabilità e prospettive almeno di breve e medio periodo, un operatore non investe. Alperia rappresenta un’eccezione perché possiamo contare su prospettive sufficientemente solide che ci portano a fare decine e decine di milioni di euro di investimenti all’anno. Parte del nostro parco idroelettrico ha avuto concessioni rinnovate e questo è il motivo per cui siamo avanti, soprattutto negli investimenti, rispetto ad altri operatori del settore. Il nostro piano industriale in corso, quello che arriva al 2024, è un piano da oltre 200 milioni di euro”.

Fortemente radicata in Alto Adige, ma non solo, Alperia con le sue società partecipate nella generazione idroelettrica si contende il secondo posto insieme ad A2A, con una quota di mercato attorno al 9%, producendo tra i 4 e i 4,5 Twh di energia idroelettrica l’anno. Gestisce 39 impianti idroelettrici, per una potenza installata di 1300 Mw: un parco che consente ad Alperia di essere un player nazionale a tutti gli effetti.

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