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Stati generali della Green Economy 2022: bene economia circolare e agricoltura bio

Bene l’economia circolare e l’agricoltura biologica, in difficoltà le emissioni di CO2, crescono il fotovoltaico e l’eolico – anche se non abbastanza – il consumo di suolo tocca il suo massimo in 10 anni. È in estrema sintesi la fotografia scattata dalla Relazione sullo Stato della Green Economy 2022 in merito alle performance di nove settori strategici della green economy in Italia presentata in apertura degli Stati Generali, il summit verde dedicato quest’anno a “La nuova sfida della transizione ecologica per le imprese italiane”, promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy in collaborazione con il Ministero della transizione ecologica e il patrocinio della Commissione Europea, che si svolge alla Fiera di Rimini, nell’ambito di Ecomondo-Key Energy.

In Italia la green economy ha raggiunto risultati importanti e il made in Italy punta sempre più alla qualità ecologica. Accanto ai traguardi permangono però alcune criticità. L’elettricità del fotovoltaico e dell’eolico cresce, ma a causa del forte calo di quella idroelettrica, è diminuita la quota di rinnovabili sul consumo finale di energia, come è scesa la quota delle rinnovabili nei consumi elettrici. Nel 2021, infatti, il consumo di energia da fonti rinnovabili è cresciuto del 3% sull’anno precedente. Poiché i consumi di energia sono aumentati, la quota di rinnovabili sul consumo finale di energia è diminuita: dal 20,4% del 2020 al 18,9% del 2021. Nel 2021 la produzione di elettricità da fonte rinnovabile è stata la stessa del 2020, perché la crescita dell’eolico e del fotovoltaico è stata appena sufficiente a compensare il calo di quella idroelettrica e geotermica.

Così, dato l’aumento dei consumi di elettricità, la quota di fonti rinnovabili è scesa dal 42% nel 2020 al 36% nel 2021 e i dati del primo semestre del 2022 sono addirittura peggiori. Con le autorizzazioni rilasciate per nuovi impianti eolici e solari emerge un miglioramento degli impianti installati entro la fine del 2021 e, ancora di più, il prossimo anno con 4-5 GW. Ma nonostante ciò, l’Italia non riuscirebbe a rispettare la traiettoria del nuovo target europeo al 2030.

L’economia circolare continua invece ad avere buone performance, come l’agricoltura biologica. Nel 2021 il riciclo ha tenuto il passo con buone performance, contribuendo a contenere la domanda di materie prime vergini e le difficoltà di approvvigionamento e di alti prezzi. La produzione di acciaio in Italia nel 2021 è cresciuta rispetto all’anno precedente del 20%, con il 78% proveniente dal riciclo del rottame ferroso. Gli imballaggi immessi al consumo sono saliti da 13,1 milioni di tonnellate nel 2020 a 14,3 nel 2021 e quelli avviati al riciclo sono aumentate del 10,5%; nel 2022, con il rallentamento economico e le attività di riciclo di alcune filiere, stanno entrando in una fase di difficoltà di collocazione dei materiali riciclati.

La green economy – ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – è ormai un cambiamento in corso. In Italia dispone di buoni potenziali di sviluppo: numerose imprese hanno intrapreso un percorso verso la transizione green non solo per necessità ma come opportunità di sviluppo anche sui mercati internazionali. L’aumento dei costi dell’energia, la scarsità delle materie prime, possono fare da acceleratore nella direzione green“.

Nel 2021 le emissioni di gas serra in Italia, con la ripresa economica, sono tornate a crescere del 6,8% annullando la gran parte della diminuzione del 2020 dovuta alla pandemia: un aumento superiore a quello europeo che è stato del 6%. La relazione ha sottolineato che le città dovrebbero giocare un ruolo di primo piano nel percorso verso la neutralità climatica, ormai un obbligo per i Paesi europei. Pochissime, però, hanno fissato questo obiettivo e quindi adottato misure per raggiungerlo, sia con un maggiore impegno per una crescita forte delle fonti rinnovabili, sia con misure per decarbonizzare i trasporti locali. Poche sono anche le città ad avere adottato piani di misure di adattamento ai cambiamenti climatici.

La transizione ecologica e climatica investe anche il mercato dell’auto che vede in Italia un parco di 675 auto ogni 1.000 abitanti e una forte presenza industriale nella produzione (in gran parte ormai nella componentistica) delle auto tradizionali. I dati del 2021 dimostrano che qualcosa sta cambiando: nel 2021 sono state immatricolate 468.000 auto in meno di quelle vendute nel 2019, le auto diesel vendute sono state il 29% in meno dell’anno precedente e quelle a benzina il 16%; nel 2021 sono state immatricolate 136.000 auto elettriche (+127%) e 423.000 auto ibride (+91%), mentre ha ripreso a crescere la sharing mobility.

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