GREENPEACE SVELA I PIANI DEL EUROPEAN GREEN DEAL DELLA COMMISSIONE UE: «IMPATTO MINIMO SUL CONTRASTO ALL’EMERGENZA CLIMATICA»
Un programma incerto e inefficace rispetto a quel che già constatiamo quotidianamente, ovvero gli impatti sempre più pesanti sulle nostre vite dell’emergenza climatica in corso. Così Greenpeace definisce il cosiddetto “European Green Deal” redatto dalla Commissione Europea, di cui ha ottenuto e diffuso una bozza recente.
«Si tratta di un programma ampio, per fortuna assai distante dall’agenda di deregulation della commissione Junker, ma basta guardare oltre i titoli per vedere che le misure proposte sono deboli, parziali o del tutto assenti», dichiara Franziscka Achtemberg di Greenpeace Eu.
Secondo l’organizzazione ambientalista, più tempo si perde – e abbiamo già perso mezzo secolo – per intervenire modificando e adattando le nostre economie e le nostre società, più costosi e difficili saranno i cambiamenti. Una transizione giusta è, soprattutto, una transizione rapida che ci risparmi tragedie, lutti e costi crescenti, sia economici che ambientali.
«Rispondere alla crisi ecologica e ambientale richiede un ripensamento fondamentale del sistema economico che per decenni ci ha portato inquinamento, distruzione ambientale e sfruttamento delle persone. Questo piano appena scalfisce la superficie di un sistema marcio», conclude Achtemberg.
Per Greenpeace non basta dunque dichiarare simbolicamente lo stato di emergenza climatica, come fatto nelle ultime ore dal Parlamento Ue. Ci sono provvedimenti concreti che vanno adottati, e subito: smettere di usare gas, carbone o petrolio per produrre energia o per i trasporti; sostenere le comunità che investono in fonti rinnovabili; investire in treni e trasporti pubblici, invece di erogare sussidi alle fonti fossili (compreso il trasporto aereo); vietare l’uso di pesticidi che sostengono modelli produttivi intensivi e dannosi come gli allevamenti industriali cui non vanno più erogati soldi pubblici.