La maggior parte delle nuove dighe proposte in tutta l’Africa non andrebbe costruita, secondo uno studio pubblicato su Science firmato dai ricercatori del Politecnico di Milano con i colleghi dell’Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) in Austria, della Vrije Universiteit Brussel (VUB) e del World Resources Institute di Addis Abeba (Etiopia).
Secondo l’analisi, fino al 67 per cento dei possibili impianti idroelettrici futuri in Africa non varrebbe l’investimento, principalmente per il fatto che presto l’energia idroelettrica non sarà più economicamente competitiva rispetto all’energia solare né (pur in misura minore) a quella eolica, i cui costi negli ultimi dieci anni sono calati a un ritmo senza precedenti.
La ricerca ha utilizzato un modello energetico dettagliato per individuare la combinazione di fonti energetiche più conveniente con cui i Paesi africani potrebbero soddisfare la crescente domanda di elettricità fino al 2050. L’energia idroelettrica è stata esaminata insieme alle altre fonti (solare, eolico, carbone, gas naturale, nucleare, ecc.) per valutare quando e dove risulta economicamente conveniente.