Anche il clima e le emissioni di anidride carbonica – al pari della ripresa economica dopo il covid – figurano i temi chiave toccati nella dichiarazione finale del G20 che si è chiuso il 31 ottobre a Roma.
Per ciò che concerne il clima i Paesi del G20 “si impegnano a fronteggiare la minaccia critica e urgente dei cambiamenti climatici e a lavorare insieme perché Unfccc Cop26 di Glasgow abbia successo“, è ‘impegno enunciato dalla dichiarazione finale. “A tal fine, riaffermiamo il nostro impegno per una piena ed effettiva implementazione del Unfccc e dell’accordo di Parigi“. Nello sforzo per limitare l’innalzamento delle temperature medie entro 1,5 gradi, “accelereremo le nostre azioni su mitigazione, adattamento e finanza, riconoscendo l’importanza fondamentale del raggiungimento di zero emissioni di gas a effetto serra a livello globale o della neutralità carbonica entro o intorno la metà del secolo e della necessità di rafforzare gli sforzi globali necessari per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi“.
I Paesi del G20 si sono impegnati a raggiungere “l’obiettivo ambizioso di piantare mille miliardi di alberi, concentrandoci sugli ecosistemi più degradati del pianeta” entro il 2030.
Per quanto riguarda il carbone e le emissioni i paesi del G20 si “impegnano a mobilitare finanziamenti internazionali pubblici e privati per sostenere lo sviluppo di un’energia verde, inclusiva e sostenibile” e annunciano la “fine ai finanziamenti pubblici internazionali per nuova produzione di energia da carbone entro la fine del 2021“. Nella dichiarazione finale si sottolinea “lo stretto legame tra clima ed energia” e si ribadisce “l’impegno a ridurre l’intensità delle emissioni nel settore energetico per rispettare i tempi definiti dal target fissato nella conferenza sul clima di Parigi”.
“Collaboreremo per l’implementazione e la diffusione di tecnologie rinnovabili e a emissioni zero o basse, compresa la bioenergia sostenibile, per consentire una transizione verso sistemi di alimentazione a basse emissioni” continua la nota, che spiega come “ciò consentirà anche ai paesi che si impegnano a eliminare gradualmente gli investimenti in nuova capacità di generazione di energia dal carbone di farlo il prima possibile“.