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Dopo 53 anni le rinnovabili tornano in testa nella produzione elettrica italiana

Causa Covid e lockdown in aprile, nel secondo trimestre 2020 in Italia si è registrato un calo record di consumi, prezzi e emissioni di CO2. I dati sono ricavati dall’ultima Analisi trimestrale del sistema energetico italiano realizzata da Enea (qui la nostra news).

Partendo dal medesimo documento dell’ente di ricerca, nei giorni scorsi un articolo de Il Sole 24 Ore si è però focalizzato su un record piuttosto significativo per l’Italia: per la prima volta dopo 53 anni le fonti rinnovabili d’energia tornano in testa nella produzione elettrica italiana. E crollano le emissioni di CO2.

L’articolo ricorda che in Italia, con il fabbisogno di energia imposto dall’industrializzazione del boom economico, negli anni del Dopoguerra si costruirono in prevalenza centrali termoelettriche. Nel 1967 persero il primato le rinnovabili (idroelettrico e geotermia; non esistevano ancora eolico e fotovoltaico). Il primato è stato dunque oggi riconquistato dopo 53 anni di prevalenza termoelettrica.

Nei mesi del lockdown i dati sono arrivati divisi per tematiche, per settore, oppure dall’Europa. L’Enea, nella suddetta Analisi, ha censito l’effetto complessivo prodotto in Italia dalla fermata epidemica per tutti i tre mesi della primavera, cioè quelli dell’emergenza più alta (dal 1° aprile al 30 giugno).

Questi i punti più salienti riassunti dal quotidiano economico:

– Rispetto al secondo trimestre del 2019, in questa primavera i consumi complessivi di energia in Italia sono crollati del 22%;
– Il periodo più drammatico è il mese di clausura più rigorosa, aprile (-30%);
– Sono ribassati i prezzi energetici;
– I consumi di corrente elettrica sono diminuiti del 13%;

A fronte di ciò, le fonti rinnovabili di energia hanno superato il 50% e sono tornate alla prevalenza che avevano fino a mezzo secolo fa; mentre le emissioni di anidride carbonica sono precipitate del 26% rispetto alla primavera 2019.

Interessante anche il confronto delle tecnologie, prendendo in considerazione lo stesso arco temporale (aprile-giugno) del 2019:
– La domanda di petrolio è diminuita del 30%;
– Quella di metano del 18%;
– Le importazioni di energia elettrica sono crollate del 70%;
– Contro un aumento del 7% delle fonti rinnovabili.

L’indice Ispred dell’Analisi trimestrale dell’Enea, inoltre, rileva quotazioni eccezionalmente basse raggiunte per gas ed elettricità all’ingrosso. Per l’elettricità si segnala un calo medio di circa il 20% per le diverse classi di consumo delle utenze non domestiche.

Per il gas, i piccoli consumatori industriali hanno beneficiato di una riduzione del 27% del prezzo rispetto allo stesso periodo del 2019 e l’estate sarà ancora più ribassista. Per le famiglie la riduzione è stata del 25% rispetto all’inverno.
Purtroppo per i mesi estivi da luglio a settembre è prevista un’inversione di tendenza, cioè la spinta a rincari.

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