Visto l’obiettivo di azzeramento delle emissioni nette di carbonio entro il 2050, la ricerca di fonti energetiche rinnovabili è diventata sempre più una priorità. In tale contesto – riporta un lancio dell’agenzia Ansa, secondo gli esperti di Nuveen i processi Power-to-X potrebbero rappresentare la riposta a tale esigenze, non solo colmando le lacune nel percorso di adozione delle energie rinnovabili, ma anche consentendo alle tecnologie di estendersi a nuovi settori.
“Il Power-to-X (PtX) è un concetto che si riferisce alla conversione di fonti energetiche rinnovabili, come l’energia solare o eolica, in diverse forme di energia o materiali che possono essere immagazzinate, trasportate e utilizzate nell’ambito di diverse applicazioni” spiegano gli esperti di Nuveen.“La “X” di PtX può riferirsi a diversi prodotti finali, come idrogeno e carburanti sintetici, o a prodotti chimici quali ammoniaca e metanolo.
Utilizza l’elettricità per attivare reazioni chimiche volte a creare prodotti chimici a più alta energia e a più alto valore, tra cui l’idrogeno, a partire da sostanze chimiche a basso contenuto energetico, come l’acqua – un processo noto come elettrolisi”.
Infatti l’energia eolica e quella solare si sono dimostrate tra le fonti energetiche alternative più popolari e di successo, ma il loro utilizzo deve fare i conti con l’intermittenza del vento e del sole rispetto ai combustibili fossili. Il processo PtX avrebbe il potenziale di risolvere questo problema, in quanto consente di immagazzinare l’energia o di convertirla in altri vettori energetici. Ciò significa che l’energia solare o eolica in eccesso potrebbe essere resa disponibile quando l’offerta è in calo. Ma il processo PtX può espandersi anche ad altri settori, consentendo a questi di abbandonare i combustibili fossili, offrendo una via verso la decarbonizzazione che non è ancora percorribile con altre fonti energetiche alternative.
Nonostante queste potenzialità, tuttavia esistono delle difficoltà. Prima che il processo PtX sia pienamente adottato, permangono ancora delle sfide da affrontare. Tra queste, spicca il costo elevato per il PtX. “Dal 2009, si è registrato un notevole calo del LCOE (Levelized cost of electricity) per l’energia solare ed eolica: il LCOE è diminuito dell’89% per l’energia solare, del 67% per l’eolico onshore e del 66% per l’eolico offshore. A titolo di raffronto, il costo del processo PtX, soprattutto per la produzione di idrogeno a basse emissioni di anidride carbonica e di combustibili sintetici, rimane più elevato rispetto ai combustibili fossili tradizionali” evidenziano gli esperti di Nuveen.
Per far fronte agli elevati costi del capitale, le infrastrutture per agevolare i processi PtX su larga scala richiedono investimenti significativi, così come le catene di approvvigionamento. “Attualmente, il PtX non gode degli stessi incentivi di mercato e della stessa chiarezza normativa di cui hanno beneficiato altre energie rinnovabili. Il panorama politico per il PtX rimane incerto, e diversi Paesi e regioni perseguono percorsi e standard differenti per la certificazione, la sostenibilità e l’accesso al mercato del PtX” precisano da Nuveen.
Con incentivi adeguatamente strutturati e quadri normativi chiari, il PtX potrebbe beneficiare di una maggiore consapevolezza delle sue applicazioni reali nel settore delle energie rinnovabili.
Quindi sebbene il PtX possa avere un grande potenziale per il potenziamento delle energie rinnovabili, è necessario un sostegno effettivo per la sua crescita e adozione. “Normative più chiare, migliori incentivi di mercato e costi del capitale ridotti, consentirebbero al PtX di estendersi a nuovi casi d’uso” concludono da Nuveen. C’è quindi un grande potenziale per far sì che questa tecnologia possa essere di più ampia portata.