HomeFocus OnIl patto di stabilità ostacola la transizione green, il rapporto dei Verdi

Il patto di stabilità ostacola la transizione green, il rapporto dei Verdi

Il patto di stabilità europeo è stato identificato come un ostacolo significativo alla realizzazione del Green Deal, secondo un rapporto presentato al Parlamento Europeo dai Verdi/Ale e realizzato dall’Istituto Rousseau. Il documento – riporta un lancio dell’Adnkronos – sostiene che, oltre alle politiche incoerenti nei confronti dei combustibili fossili, le attuali regole economiche europee in materia di bilanci hanno limitato la capacità degli Stati membri di effettuare gli investimenti necessari per attuare politiche cruciali per la transizione verde.

Il rapporto, intitolato “Road to Net Zero: Bridging the Green Investment Gap” stima che entro il 2050 saranno necessari ulteriori 10 trilioni di euro di investimenti nell’Unione Europea, con una media annua di circa il 2,3% del PIL attuale. I Verdi notano che questa cifra è la metà di quanto l’UE ha speso per le importazioni di combustibili fossili nel 2022.

Gli ecologisti sostengono che tre quarti di questi fondi potrebbero essere garantiti riallocando la spesa corrente considerata superflua o dannosa per la transizione verde. Philippe Lamberts, eurodeputato e co-presidente del gruppo dei Verdi/Ale, sottolinea che i governi europei devono ora dare priorità agli investimenti pubblici per affrontare la transizione verde. L’eurodeputato propone la creazione di un fondo comune di investimento simile al Recovery and Resilience Facility (Rrf) per raggiungere gli obiettivi climatici. Lamberts avverte che limitare la quantità di spesa che i Paesi possono effettuare attraverso la riforma delle regole fiscali dell’UE potrebbe indebolire la posizione dell’Unione Europea sulla scena mondiale, sottolineando l’importanza di certezze, regole chiare e spazio per investire nel settore privato e pubblico.

Secondo Lamberts, in definitiva, senza un adeguato spazio per gli investimenti verdi, l’UE rischia di rimanere indietro rispetto agli Stati Uniti e alla Cina nel corso del secolo.

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